È stato presentato in Senato, il Rapporto Annuale 2017 di Associazione 21 luglio che come ogni anno – in vista della Giornata Internazionale dei Rom e Sinti celebrata l’8 aprile – fa il punto sullo stato dei diritti delle popolazioni rom e sinte in condizioni di emergenza abitativa e residenti all’interno di baraccopoli formali e informali italiane. Purtroppo, dal nuovo rapporto. emerge che, anche nel 2017, l’Italia ha continuato ad essere il “Paese dei campi”, perseverando nell’utilizzo di politiche discriminatorie e segreganti nei confronti delle popolazioni rom e sinte presenti sul territorio nazionale, oltre che nelle persistenti operazioni di sgombero forzato. Secondo i dati raccolti sul campo da Associazione 21 luglio, a fronte di un totale stimato compreso tra 120 e 180 mila presenze di cittadini di origine rom e sinta, sono circa 26 mila quelli in emergenza abitativa che vivono in baraccopoli formali e informali o nei centri di raccolta monoetnici (148 le baraccopoli formali, distribuite in 87 comuni di 16 regioni da Nord a Sud, e i 2 centri di accoglienza monoetnici riservati alle comunità rom, uno a Napoli e uno a Guastalla). La città di Roma detiene il triste primato del maggior numero di insediamenti presenti, 17 in totale di cui 6 formali e 11 cosiddetti “tollerati”. Dei rom e sinti residenti nelle baraccopoli formali, l’Associazione 21 luglio stima che il 43% abbia la cittadinanza italiana; mentre sono 9.600 i rom originari dell’ex Jugoslavia di cui circa il 30% – pari a 3.000 unità – è a rischio apolidia.
Inoltre, a vivere sulla propria pelle le tragiche conseguenze della segregazione abitativa sono molti minori, il 55% secondo le stime di Associazione 21 luglio, con gravi ripercussioni sulla salute psico-fisica e sul loro percorso educativo e scolastico. A incidere sui livelli di scolarizzazione, contribuiscono infatti in modo significativo sia le condizioni abitative sia le operazioni di sgombero forzato attuate in assenza delle garanzie procedurali previste dai diversi Comitati delle Nazioni Unite. Nella sua costante attività di monitoraggio, Associazione 21 luglio ha registrato in tutto il 2017 un totale di 230 operazioni: 96 nel Nord Italia, 91 al Centro (di cui 33 nella città di Roma) e 43 nel Sud. Infine, l’Osservatorio 21 luglio ha registrato un totale di 182 episodi di discorsi d’odio nei confronti di rom e sinti, di cui 51 (il 28,1% del totale) sono stati classificati di una certa gravità, con un incremento del 4% rispetto al 2016.