E’ stato condannato a sei anni e otto mesi, con l’accusa di concussione sessuale, l’assistente capo all’Ufficio Immigrazione della Questura di Bologna. Secondo le indagini, il poliziotto, approfittando del proprio ruolo, pretendeva prestazioni sessuali da donne straniere in cambio di aiuti sulle pratiche per il rilascio dei permessi di soggiorno.
Giudicato con rito abbreviato, l’uomo era stato arrestato il 13 marzo scorso e sospeso dal servizio. Ma gli accertamenti sulla sua condotta erano partiti già sei mesi prima, a seguito di una segnalazione raccolta dal dirigente dell’ufficio.
“Ero terrorizzata. Non sapevo con chi parlare. Non c’era nessuno che mi proteggesse, quel poliziotto lavorava all’Ufficio Immigrazione e io non ero nessuna” ha dichiarato una delle vittime.
“Sapeva qual’era il mio punto debole, il mio incubo più grande, essere espulsa” ha affermato un’altra donna, proseguendo: “Ho dei bambini piccoli, sono nati entrambi in Italia e non posso lasciarli soli. Lui – il poliziotto – mi ha fatto credere di avere il potere di mettermi su un aereo da un momento all’altro e di spedirmi al mio Paese”.
”E’ una sentenza severissima che la Procura ovviamente condivide, – ha commentato il procuratore aggiunto Giovannini – augurandosi che sia di monito verso chi potesse mai pensare di ripetere fatti simili abusando della sua qualifica”.