“Togliete i libri alle donne e torneranno a far figli”: non è una battuta sentita al bar sorseggiando il caffè, ma il titolo di un articolo pubblicato da Libero il 30 novembre 2011 segnalatoci da una nostra internauta. Sottotitolo: “Il genitore è il lavoro che gli italiani non vogliono più fare. Ma più le culle resteranno vuote più barconi di immigrati arriveranno”. Il pezzo è scritto da Camillo Langone ed puoi scaricarlo qui.
“Culle vuote e barconi pieni sono fenomeni così strettamente legati che perfino un sincero xenofobo come me ha sbuffato, dopo la reazione leghista alla forzatura di Napoletano sulla cittadinanza ai figli degli immigrati”: perlomeno l’autore non lascia spazio ai dubbi e dichiara pubblicamente la sua xenofobia. L’articolo sviluppa in sintesi la seguente tesi: l’Italia invecchia a causa del basso tasso di natalità; ciò determina l’aumento dei flussi migratori; poiché la nuova immigrazione è “un incubo” (“mi capita spesso di essere circondato da stranieri…e mi sembra di vivere in un incubo”), l’unica soluzione è quella di indurre le donne a fare figli scoraggiando il loro accesso all’istruzione qualificata e dunque (esplicitiamo noi) il loro inserimento nel mercato del lavoro. Insomma, l’Italia del futuro che immagina l’autore dovrebbe essere rigorosamente chiusa, bianca e maschile.
Uno degli esempi più biechi dell’intreccio tra razzismo e sessismo che ogni tanto ci offre la stampa del bel paese (relativamente al quale consigliamo l’ottimo pamphlet di Annamaria Rivera, La bella, la bestia e l’umano, edito da Eds qualche mese fa). Ci sembra un ottimo stimolo, se mai ne servisse uno in più, a partecipare alla manifestazione indetta dal coordinamento “Se non ora quando” per l’11 dicembre prossimo che speriamo veda in piazza donne e uomini nati qui o altrove capaci di immaginare un’Italia diversa: più equa, più giusta, attenta ai diritti delle persone. Ci auguriamo che le proteste si moltiplichino in rete e non solo.