A bordo della linea numero 13 dell’autobus locale, un uomo si avvicina alla porta d’uscita e dà una forte gomitata ad una signora di origine algerina. La donna, da tempo in Italia, di religione musulmana, indossa velo. Come riportato in un piccolo articolo pubblicato sul quotidiano La Nazione, tra i due scatta il diverbio. «Chiedi almeno scusa», dice lei. Lui, con rabbia, le inveisce contro: «Razza di m…. Vai al tuo Paese». Ci sono numerosi passeggeri che assistono alla scena, mentre la donna ha un malore e sviene. Nel cadere per terra, sbatte la testa sul pavimento. Intervengono il 113, il 112, oltre che il 118. La donna, che è in compagnia di sua figlia di un anno e mezzo circa, che assiste spaventata alla scena, viene trasportata in ospedale, dove i medici la giudicano guaribile in una decina di giorni. In tutto questo trambusto e via vai di gente, l’aggressore pensa bene di defilarsi senza neanche sincerarsi delle condizioni di salute della donna. L’atto di violenza razzista e islamofoba finisce in Procura, poiché la donna ha deciso di denunciare l’uomo per lesioni aggravate e ingiuria.
Ma non sono solo le offese razziste a bordo di un bus a preoccupare per quanto sta accadendo a Pisa. Vi sono anche forme di razzismo istituzionale, molto più sottili, ma non per questo meno dannose. Il Comune, attraverso il suo Ufficio Stampa, oggi, fa sapere di aver consegnato, attraverso le mani del Sindaco e dell’assessore alle politiche sociali, le chiavi di un alloggio popolare ad un nucleo familiare di tre persone. E fin qui nulla di strano. Anzi. Il problema sta nel contenuto delle dichiarazioni fatte a margine della consegna: “Con orgoglio siamo riusciti ad assegnare un alloggio popolare a una famiglia italiana – avrebbe dichiarato l’assessore alle politiche abitative – che come tante si trovava in una condizione di difficoltà. Infatti riuscire a dotare un nucleo familiare di una casa significa restituirle un punto fermo dal quale poter costruire una nuova vita. Grazie alle nostre politiche, già nel primo anno, siamo riusciti ad assegnare 39 alloggi su 44 disponibili a famiglie pisane che forse in passato, pur in graduatoria, non avrebbero avuto accesso all’assegnazione”.
E’ questa sottolineatura che fa riferimento alle “famiglie italiane”, nonché “pisane” a preoccupare perché intrisa e venata di razzismo e discriminazione: una versione gentile del “prima gli italiani”. Oltre che l’altrettanto preoccupante insinuazione che le “famiglie pisane”, senza il loro intervento (giunta a gestione leghista), non avrebbero potuto avere accesso a questo beneficio, omettendo l’altrettanto dichiarazione discriminatoria (ma si coglie il senso) che sarebbero le famiglie di cittadini stranieri a occupare indebitamente questi posti sottraendoli agli italiani.
Come fa ben rilevare Progetto Rebeldia in un amaro post Facebook di questa mattina: “Ovviamente, questa affermazione è solo l’ultima di una serie di dichiarazioni che affiancano provvedimenti discriminatori (ex: bando emergenza abitativa, bonus acqua, ecc..). Ecco la Pisa governata dalla Lega, che ha presentato un nemico alla città manipolando le paure e innescando odio”.