La Giunta regionale del Piemonte ha presentato un disegno di legge, intitolato “Norme in materia di regolamentazione del nomadismo e di contrasto all’abusivismo”. Approvato dalla Giunta l’8 novembre 2019, dopo essere stato presentato dalla Lega, esso mira all’abolizione dei cosiddetti “campi rom” formali, senza fornire percorsi di inclusione adeguati, né alternative abitative, e introduce delle regole estremamente severe per i cittadini rom che ivi vivono. Associazione 21 Luglio, Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione (ASGI) e il Centro Europeo per i Diritti dei Rom (ERRC), con una nota diffusa nei giorni scorsi, fanno sapere che considerano discriminatorie le misure incluse in questo disegno di legge, oltre a rappresentare un’ulteriore violazione dei diritti umani per i rom che vivono nei cosiddetti “campi nomadi” in Italia.
Il disegno di legge stabilisce inoltre che i cittadini rom potranno rimanere nelle “aree di transito” formali per un periodo massimo e non superiore ai tre mesi. Questa misura impone de facto il nomadismo su una fascia di popolazione rom già di per sé vulnerabile e socialmente fragile e su delle comunità rom che nella maggior parte dei casi non sono definibili come “nomadi”, se non nei soli casi in cui risultano oggetto di sgombero forzato.
Ulteriori misure vengono previste inoltre per i cittadini rom che vogliono vivere nelle “aree di transito”, e nello specifico l’obbligo di presentare il numero di immatricolazione e l’assicurazione dei veicoli di proprietà al Comune di riferimento, nonché l’applicazione obbligatoria del microchip per gli animali domestici al fine di poter accedere ad un alloggio. Tali requisiti non sono richiesti per la presentazione delle richieste di accesso alle case di edilizia residenziale pubblica e di housing sociale che coinvolgono i “non rom”. E ancora, secondo il disegno di legge i rom potranno essere allontanati da dette aree nel caso in cui abbiano rifiutato una proposta di inserimento lavorativo o di frequenza scolastica dei bambini irregolare. Inoltre, in base al nuovo disegno di legge, le nuove “aree di transito” rom saranno monitorate attraverso degli impianti di sorveglianza.
La proposta di legge regionale appare di dubbia legittimità costituzionale e internazionale, anche sotto un profilo della competenza legislativa regionale, sostengono le associazioni. Inoltre la proposta di legge viola l’art. 120, comma 1 della Costituzione italiana che vieta ad ogni regione di prevedere provvedimenti che ostacolino la circolazione e il soggiorno delle persone e il loro lavoro.
Associazione 21 Luglio, ASGI ed ERRC ritengono che questo disegno di legge sia di natura discriminatoria e non soddisfi le esigenze e i bisogni dei rom in Piemonte. Se implementato, questo disegno di legge che parla di nomadi, sgomberi e campi come le uniche soluzioni per i rom ivi dimoranti avrà come effetto un’ulteriore segregazione delle comunità rom presenti sul territorio e continuerà e perpetrare il ciclo vizioso di sgomberi forzati, persecuzione e povertà.
Le organizzazioni stanno vagliando tutte le opzioni, comprese le vie legali, per contestare questo disegno di legge discriminatorio.