“Chiunque occupa abusivamente un immobile senza titolo non può chiedere la residenza né l’allacciamento a pubblici servizi in relazione all’immobile medesimo”. Lo afferma l’art. 5 del D.L. n.47 del 28 marzo 2014, il cosiddetto Piano Casa approvato dal governo Renzi. Un decreto legge pensato dal Consiglio dei Ministri per “affrontare finalmente il problema dell’emergenza abitativa”, come ha dichiarato il ministro delle infrastrutture Maurizio Lupi. Ma davvero affronta la questione? In Italia sono moltissime le persone che “occupano abusivamente un immobile”, impossibilitate per questioni economiche a pagare un affitto o a comprare una casa. Tante sono di origine straniera.Tantissimi sono richiedenti asilo. Per legge avrebbero diritto all’accoglienza, tra cui è prevista una sistemazione abitativa. Nella pratica, la maggior parte dei richiedenti asilo viene “ospitata” in un centro di accoglienza: strutture che lo stato appalta a cooperative sulla base di bandi di gara al ribasso, in cui vince l’ente che promette la gestione al minor prezzo. Una logica che specula sulla pelle delle persone, il meccanismo di un sistema di accoglienza totalmente inadeguato. E da cui, peraltro, tantissime persone vengono escluse, vista la cronica carenza di posti.
Per questo motivo, moltissimi richiedenti asilo e rifugiati vivono in immobili occupati. Su di loro l’art. 5 del “Piano Casa” peserà ancora di più, come denunciato da alcune associazione, tra cui Medu, oltre che dall’Unhcr. L’art. 5 di fatto indebolisce le persone piuttosto che aiutarle a uscire da una situazione di precarietà ed esclusione, causata peraltro dalle lacune delle istituzioni.
Per questo i movimenti per il diritto alla casa e per la tutela dei diritti dei migranti invitano tutte le associazioni, i collettivi e i singoli che ogni giorno si battono per i diritti, a partecipare a un sit in sotto la prefettura, e scandire le ragioni del proprio dissenso nei confronti dell’articolo 5 del Piano Casa e contro la mancanza di sistema d’accoglienza per migranti e rifugiati.
L’appuntamento è per domani, venerdì 12 giugno, alle ore 17.00 in piazza S.S. Apostoli, sotto la Prefettura.
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