Pescolanciano è un piccolo comune italiano di circa 900 abitanti della provincia di Isernia, in Molise. Una parte della popolazione residente, con in testa il Sindaco, ha ribadito il categorico “no” alla possibilità di aprire le porte di una struttura per l’accoglienza di una ventina di richiedenti asilo provenienti dal Bangladesh, nonostante siano stati già approntati i posti letto nella struttura situata lungo la provinciale 78. Si tratta di un immobile appartenente alla famiglia Di Lello, nei pressi di un ex distributore di benzina, messo a disposizione della cooperativa che si dovrebbe occupare dell’accoglienza e della gestione dei migranti. “I migranti, a Pescolanciano, non li vogliamo. Non è questione di uno, dieci o venti: siamo una realtà troppo piccola per accoglierli e non siamo socialmente né culturalmente pronti”, ha dichiarato il sindaco a margine di un’assemblea tenutasi qualche giorno fa con i suoi concittadini e convocata proprio per affrontare l’argomento. “Non siamo razzisti, leghisti né salviniani – ribadisce il primo cittadino alla stampa locale– ma è una questione di rispetto delle nostre istanze. Tempo fa, avevo segnalato una serie di abusi che ritengo pesino su quella struttura destinata ad ospitare i rifugiati. Ma né Procura né Prefettura hanno eseguito alcuna verifica per accertare lo stato dell’immobile”.
L’amministrazione comunale si è detta disponibile a valutare (se proprio deve, sottolineano) la possibilità di ospitare 4 o 5 minori non accompagnati. Su tutto il resto – è emerso dall’assemblea – non si può trattare. Il clima è quindi molto teso. Al punto che, proprio dopo l’assemblea, nella notte, ignoti hanno deturpato con scritte a spray rosso la cappella della famiglia Di Lello all’interno del cimitero comunale. In molti hanno ricondotto l’azione ad una sorta di atto intimidatorio. I Di Lello naturalmente hanno denunciato l’episodio ai carabinieri che, dopo un sopralluogo, hanno avviato le dovute indagini e verifiche. E nonostante questo, il sindaco non arretra di un millimetro, non escludendo azioni eclatanti qualora dovesse arrivare “l’imposizione dall’alto”. Un ‘no’ che potrebbe portare all’organizzazione di un corteo, perché “a questo punto anche una raccolta firme non avrebbe alcun valore”. Per ora, il Sindaco ha inoltrato una richiesta di accesso agli atti alla Prefettura di Isernia. Va in controtendenza questo piccolo paesino, viste invece le esperienze positive riportate in altri piccoli centri molisani (ad esempio a Ripabottoni, a San Giuliano di Puglia e a Pescopennataro). L’accoglienza e il suo rifiuto continuano a tenere banco.