Disavventura in Francia per Khaled Rawash, il medico di origini palestinese in servizio al carcere di Imperia. Di ritorno da Tunisi, dove aveva partecipato a un convegno sull’immigrazione, è stato bloccato per controlli dalla polizia all’aeroporto di Nizza e rimesso su un aereo, a sue spese, con destinazione di nuovo Tunisi, perché considerato «persona non gradita». In pratica espulso dal territorio francese nonostante sia cittadino italiano. L’Arci esprime solidarietà al dottor Khalid Rawash, presidente dell’associazione Arci Handala di Imperia, cittadino italiano, respinto senza giustificazione alcuna alla frontiera francese. Chiede quindi spiegazioni del comportamento della polizia francese all’ambasciatrice di Francia in Italia.
La solidarietà di tutta l’Arci al Dottor Khalid Rawash, presidente dell’associazione Arci Handala di Imperia
L’Arci considera molto preoccupante il trattamento riservato dalla polizia francese al dottor Khalid Rawash, cittadino italiano e medico della casa circondariale di Imperia. Di rientro da un viaggio a Tunisi, dove si trovava in qualità di delegato per partecipare ad un convegno sulla pace e l’immigrazione, il Dottor Rawash è stato respinto all’Aeroporto di Nizza (da cui avrebbe poi raggiunto Imperia, la sua città) e ‘rispedito’ a Tunisi dalla Polizia francese in quanto “ritenuto sgradito alla Repubblica”. Gli è stato negato di essere accompagnato fino alla frontiera ed è quindi stato rimbarcato su un volo per Tunisi da cui poi, il giorno seguente, ha potuto raggiungere a sue spese e con un volo diretto l’Italia, di cui è cittadino da oltre 30 anni e dove dal 1979 è impegnato con l’Arci in battaglie per la pace e l’affermazione dei diritti che favoriscono l’inclusione sociale e la coesione tra le nazioni. Arci nazionale e Arci Liguria sono sgomente per quanto accaduto ed esprimono vicinanza e solidarietà al Dottor Khalid Rawash, presidente dell’associazione Arci Handala ed instancabile promotore di campagne a tutela dei diritti dei più deboli. Chiederemo formali spiegazioni all’ambasciata francese in Italia, e ai nostri ministri degli Interni e degli Esteri affinché chiariscano i motivi di un tale comportamento, certamente non giustificato da ragioni di sicurezza dato il profilo del dottor Rawash. L’Europa, se vuole salvare sé stessa, deve muoversi sullo scenario mondiale con gli strumenti della cultura e dell’integrazione: non sarà attraverso questi comportamenti repressivi che si faranno passi in avanti per la riconquista della pace e di una serena convivenza. Proprio quel che sta succedendo in questi giorni dovrebbe invece indurre a valorizzare con ancor maggiore convinzione l’operato di chi, come il Dottor Rawash, si impegna a realizzare politiche di coesione, antirazzismo e cooperazione, unica risposta efficace contro chi semina morte e violenza per distruggere libertà e democrazia.
Roma, 30 marzo 2016