Due cittadini italiani, di 30 e 38 anni, sono stati arrestati dai carabinieri della compagnia di Tivoli (Roma) con l’accusa di violazione di domicilio, lesioni e tentata estorsione nei confronti di una famiglia di cittadini rom. Ma al vaglio della magistratura vi è anche l’imputazione del reato aggravato dall’”odio razziale”.
Nel tardo pomeriggio di mercoledì 17 luglio, i due (fratelli, ndr) avevano preso parte a un “presidio anti-nomadi” (con accese proteste e disordini) che si era tenuto a Guidonia Montecelio, vicino a Roma, in località Albuccione. 150 le persone scese in strada secondo la stampa, dopo che alcuni cittadini rom sarebbero passati in auto ad alta velocità davanti ai vicini palazzi popolari.
Ma i due fratelli sono andati oltre la protesta e, dopo aver abbandonato il presidio, si sarebbero presentati presso l’insediamento informale lamentando di aver subito un furto e, dopo essere stati allontanati, si sarebbero allora diretti verso un appartamento privato abitato da un nucleo familiare di cittadini rom, completamente estranei alla vicenda. I due hanno quindi deliberatamente deciso di mettere in atto un raid punitivo e razzista contro quelli che, “secondo loro”, erano ritenuti i responsabili (proprio perché “zingari” e quindi “ladri”) di un furto avvenuto in passato in un box auto di loro proprietà, cercando in definitiva un capro espiatorio per farsi giustizia da soli di un “torto” subito.
I due fratelli si sono diretti presso l’abitazione di questa famiglia (per la stampa sono sempre “nomadi”, pur risiedendo in una regolare abitazione e non in un “campo”, soltanto per il fatto che sono rom!) e hanno preteso 200 euro come “risarcimento” del danno derivante dal “presunto” furto. Dopo aver ricevuto il rifiuto del pagamento, hanno quindi aggredito fisicamente un componente della famiglia, un 21enne, che è riuscito poi a scappare. A quel punto i due fratelli hanno divelto il cancello dell’abitazione, violandone il domicilio, e hanno picchiato anche una donna della famiglia. Le vittime, fortunatamente, sono però riuscite a reagire e ad allontanare i loro aggressori, infrangendo un vetro della loro abitazione. Intervenuti sul posto, i carabinieri hanno arrestato i due fratelli, mentre le due vittime hanno riportato lesioni giudicate guaribili in tre giorni.
I due fratelli si trovano, ora, ai domiciliari in attesa dell’udienza di convalida, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.
Ma basta dare una rapida occhiata alla stampa locale, che ha seguito le vicende dell’Albuccione per capire come sia stato facile fomentare l’odio parlando di “degrado” e di “esasperazione” dei residenti. Viene rappresentato un quartiere “sotto scacco del campo rom adiacente alla scuola” e dei cittadini “al culmine della pazienza”. Il Tiburnotv scrive: “I cittadini sono convinti che gli autori del raid siano da ricercare nel campo rom adiacente al plesso scolastico da due anni al centro delle proteste dei residenti. “Li abbiamo visti, sono gli abitanti del campo e li abbiamo anche rincorsi” hanno dichiarato”.
«Tutto per l’incapacità di questa amministrazione e del sindaco che continua a trascurare una situazione, quella dei nomadi, ormai insostenibile», sottolineano invece su Facebook gli esponenti della Lega di Guidonia Montecelio, i quali ovviamente colgono la palla al balzo per invocare il “censimento” dei cittadini rom nei campi. «Siamo nervosi perché non dormiamo più la notte, dobbiamo stare attenti alle macchine. L’Amministrazione non ci è stata vicina», riporta tra gli altri il sito de Il Giornale riferendo le parole di Giovanni Lombardi, ex consigliere di circoscrizione.
Soltanto due giorni fa, Michel Barbet, sindaco del Movimento Cinque Stelle di Guidonia Montecelio, ha emesso un’ordinanza (subito ribattezzata “anti-degrado”, tanto per restare in tema) che vieta la sosta e lo stazionamento di caravan e furgoni in alcune zone della cittadina. Un’ordinanza che il sindaco ha definito “necessaria e indispensabile”. Un caso? “Innanzitutto – ha spiegato il sindaco a Radio Cusano Campus– vorrei precisare che l’ordinanza non è rivolta ai rom, ma ai camminanti, che sono comunque cittadini italiani. Sul territorio di Guidonia, in particolar modo in due o tre punti della città, questi insediamenti, che non sono autorizzati, creano disturbo alla cittadinanza. Il via vai dei furgoni, la sosta continuativa di mezzi, accumuli di immondizia generano degrado e un grande problema dal punto di vista igienico-sanitario. I bambini di queste famiglie, poi, spesso e volentieri sono in mezzo alla strada e rappresentano un pericolo, soprattutto per loro stessi”. Dichiarazioni che lasciano alquanto perplessi: tanto sulla incertezza della definizione di “rom” e “camminante”, quanto sul concetto di “disturbo” e di “degrado” ad essi associato. Ma il sindaco procede nella sua dichiarazione e fa affermazioni ancora più confuse e in qualche modo ancor più tendenziose: “I camminanti ormai si sono insediati, sono diventati stanziali. E’ nella loro indole viaggiare ma qui a Guidonia qualcuno ha trovato la stabilità, i figli di alcuni di loro frequentano le nostre scuole. E questa popolazione sta aumentando. Hanno difficoltà d’integrazione, sono così tanti che, ad esempio, parcheggiano nelle vie sui marciapiedi. Oltre a rappresentare un pericolo creano parecchi disagi ai cittadini. Da quello che abbiamo riscontrato con le forze dell’ordine con l’aumento dei nomadi sono aumentati anche i furti nelle abitazioni”.
Affermazioni che sicuramente hanno contribuito ad aggravare l’esasperazione dei residenti. E la conseguente ordinanza non ha fatto altro che “legittimare” anche alcuni atteggiamenti ostili nei confronti di questi “camminanti-stanziali”.
Questo raid razzista è figlio del clima che stiamo respirando a livello nazionale, fra richieste “cicliche” di censimenti etnici, sgomberi forzati e prove “muscolari” dei presidi di estrema destra.
Questo gesto è figlio di quanto accaduto su più ampia scala già nella Capitale (vedi i recenti casi di Torre Maura e Casal Bruciato, noi ne abbiamo parlato).
Questa azione violenta è figlia di un montare crescente di odio fomentato ad arte sulla base della “presunzione” che “rom” voglia dire “ladro”.