Le denunce e le richieste arrivano ormai da più parti, anche molto diverse tra loro: i Centri di identificazione ed espulsione sono strutture detentive in cui non viene garantita la tutela dei diritti umani, vulnus democratico in cui le persone vengono trattenute fino a 18 mesi per non avere un permesso di soggiorno, oppure per aver avuto difficoltà nel rinnovarlo. Una vera e propria privazione della libertà personale, in condizioni degradanti.
Un sistema che, inoltre, dando uno sguardo anche agli ultimi dati della Polizia di Stato, diffusi da Medu (link), risulta sempre più inutile, oltre che estremamente costoso (vedi il rapporto Costi disumani).
Per tutti questi motivi, i Cie vanno chiusi: lo chiedono da tempo molte associazioni antirazziste, lo sollecitano i rapporti degli organismi internazionali, lo affermano i movimenti e i coordinamenti cittadini.
Il corteo verso il Cie di Ponte Galeria (Roma) previsto per sabato ha proprio l’obiettivo di porre questa istanza di fronte alle responsabilità istituzionali, e di chiedere con forza la chiusura di questa struttura detentiva.
L’appuntamento è per sabato 15 febbraio, alle ore 14 alla stazione Ostiense, o alle 15.00 presso la stazione Parco Leonardo.
Il giorno dopo è prevista un’altra manifestazione, questa volta a Mineo (Catania), per la chiusura del Cara, “diventato il più grande centro di ‘segregazione umana’ d’Europa” scrivono i promotori della protesta, aggiungendo: “Migliaia di persone, oggi giunte ad oltre 4000, il doppio della capienza originaria, rimangono ‘posteggiati’ in maniera umiliante , in attesa, lunghissima, anche oltre un anno e mezzo, per il riconoscimento del diritto d’asilo”. Una situazione drammatica segnalata già da tempo (ne abbiamo parlato, ad esempio, qui). Clicca qui per info.