“Il passaparola di ieri con l’ingresso delle malattie infettive dall’Africa e il contagio di tbc di 40 poliziotti finora accertati è caduto nel nulla. Come se non fosse un problema nazionale il ritorno di malattie debellate da secoli in Italia. Per la tbc non esiste un vaccino che provveda una protezione affidabile per gli adulti, si trasmette per via aerea e le cure richiedono anni. Vogliamo reimportarla, reimportiamola! Ma facciamolo alla luce del sole, informando la popolazione che alla polizia non vengono forniti neppure gli strumenti minimi di profilassi”. L’ennesimo allarme sanitario questa volta viene lanciato da Beppe Grillo. O meglio rilanciato, perché il leader del Movimento 5 Stelle decide di fare da cassa di risonanza a quanto dichiarato dal sindacato di polizia Consap, che due giorni fa aveva annunciato di aver “lanciato una class action contro il ministero dell’interno”. Il segretario generale Igor Gelarda ha scritto una lettera cui Grillo ha deciso di dare spazio sul proprio blog. Secondo il Consap le misure di protezione predisposte per il personale delle forze dell’ordine a contatto con i migranti che sbarcano nei porti italiani non sarebbero adeguate. Per Gelarda, che prospetta un clima di generale ‘allarme sanitario’ (“c’è il meningococco, c’è l’ebola [..] la scabbia”), ci sarebbero “40 poliziotti risultati positivi al test di Mantoux”. E’ categorico, Gelarda, pur non appoggiandosi a dati scientifici, o perlomeno non citandoli. E categorico è anche Grillo, che accusa: “Qui per evitare il tabù del razzismo arriviamo alla situazione grottesca degli Stati africani che chiudono le frontiere tra loro per paura del diffondersi dell’ebola, che ha 21 giorni di incubazione, mentre noi le lasciamo spalancate senza fare alcun accertamento medico sui chi arriva da chissàdove nel nostro Paese. I triti e ritriti confronti degli italiani come popolo di migranti che deve comprendere, capire, giustificare chiunque entri in Italia, sono delle amenità tirate in ballo dai radical chic e dalla sinistra che non pagano mai il conto e da chi non vuole affrontare il problema. Quando i nostri bisnonni approdavano negli Stati Uniti, Paese della Libertà, dopo aver visto la Statua con la fiaccola accesa, venivano subito confinati a Ellis Island in quarantena”. I toni usati da Grillo, e a ben vedere anche dal sindacato Conspa, sono piuttosto allarmistici. E, a nostro parere, l’allarmismo non aiuta a risolvere situazioni problematiche. Laddove ci fossero: perché sono tante le smentite che arrivano circa una reale situazione di rischio.
Le smentite dalla Polizia di Stato La polizia di Stato, in un’intervista al dott. Roberto Santorsa – direttore centrale di Sanità e coordinatore degli uffici sanitari della Polizia – ha infatti sconfessato il Cospam. “Nessun poliziotto è malato. Nessuno è contagioso”, aveva già spiegato Santorsa a inizio agosto. Il concetto viene ora ribadito: “Bisogna dire con chiarezza, cosa sulla quale anche gli organi di stampa hanno equivocato, che la cutipositività al test non vuol dire malattia o contagio, ma rappresenta soltanto una condizione che va ulteriormente studiata, per definirne il significato. Tanto è vero che i poliziotti positivi al test risultano in servizio”. La positività al test di Mantoux infatti “non è indice di malattia, ma attesta solo un pregresso contatto con il microrganismo, che può essere avvenuto anche molti anni prima”, tanto che “casi di positività al test e diagnosi di infezioni tubercolari latenti verrebbero fuori anche se la campagna di screening venisse effettuata nella redazione di un giornale o negli studenti di una scuola”. In riferimento al ‘rischio Ebola’, “per quanto riguarda l’emergenza migranti, è praticamente impossibile che la malattia venga importata in Italia in tal modo: il breve periodo di incubazione e la lunga durata della traversata non consentirebbero ai malati di giungere nel nostro Paese in fase infettante”. (per un approfondimento si veda qui e qui).
I dati scientifici La tubercolosi è una malattia infettiva che in Italia fa un morto al giorno: lo spiega il Programma Globale per la Tubercolosi dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Giuseppe Ruocco, Direttore Generale della Prevenzione del Ministero della Salute, sottolinea inoltre le differenze regionali che si registrano sul territorio nazionale, e che mostrano una maggiore incidenza al nord, dove “siamo oltre i 10 casi per 100 mila abitanti, al Sud intorno ai 5” (per approfondire clicca qui).
Basta dare uno sguardo ad alcuni rapporti scientifici (ad esempio qui, qui, qui), per capire che la tubercolosi, pur avendo una bassa incidenza, non è una malattia debellata da secoli in Italia, come invece scrive Grillo.
Propaganda politica Alla luce di questi dati, l’allarme lanciato dal Consap e fatto proprio da Grillo sembra poter rientrare. Restano però il senso di insicurezza trasmesso a pioggia sui cittadini e gli strascichi della propaganda politica. Mentre per il deputato del Pd Khalid Chouki Grillo è “solo un provocatore”, il vicepresidente della Camera, il pentastellato Luigi Di Maio, parla di “preoccupazioni legittime”. Non sono dello stesso parere alcuni lettori del blog, che prendono le distanze dai toni usati e dall’appoggio dato al Cospam. La Lega Nord ne approfitta intanto per rilanciare il dibattito sul reato di ‘ingresso e soggiorno illegale’: “Quando Grillo si lamenta del ritorno della tubercolosi nel nostro paese forse dimentica che l’arrivo delle malattie infettive dall’Africa è stato favorito anche dall’abolizione del reato d’immigrazione clandestina voluto dal M5S”, afferma il deputato leghista Roberto Caon. (per un approfondimento vedi qui). Se effettivamente si riscontrano delle difficoltà legate alla sicurezza delle forze dell’ordine, sarà importante fare chiarezza e trovare delle soluzioni. Se con l’arrivo di persone di origine straniera emergeranno dei concreti rischi sanitari, sarà necessario mettere in campo analisi e misure adeguate. Ad oggi, però, quello che sembra evidente è che ancora una volta ci si trova di fronte a una propaganda politica fatta sulla pelle delle persone: dei migranti, sempre più spesso indicati come untori, e degli italiani, intimoriti da parole non supportate da dati di fatto e fonti scientifiche.