E’ di ieri sera, la nota diffusa dal Garante per le Comunicazioni Angelo Cardani, presidente dell’AgCom, nella quale esprime tutta la sua preoccupazione ed il suo disappunto (come d’altro canto sottolineava anche la stampa estera, ne parlavamo qui) rispetto a numerosi servizi giornalistici che hanno “meccanicamente” e “semplicisticamente” associato le violenze su una ragazza italiana di 18 anni agli spari contro migranti del tutto estranei ai fatti, trasmettendo allo spettatore la sensazione di voler giustificare le violenze contro i migranti stessi.
Anche l’AgCom, richiama, dunque, dopo gli altri numerosi appelli che si sono succeduti nei giorni scorsi (noi ne abbiamo parlato qui e qui), tutte le emittenti radio-televisive a rispettare la dignità delle persone evitando rappresentazioni “discriminatorie” dei cittadini stranieri. La richiesta è “di uniformarsi a criteri di verità, rispettando la dignità umana ed evitando contenuti che possano contribuire all’odio”.
La televisione, dice il Garante, è un luogo fondamentale per “prevenire forme dirette o indirette di incitamento all’odio, basato su etnia, sesso, religione o nazionalità” e pur consapevole del fatto che le emittenti sono libere sul piano editoriale, “ritiene preoccupanti alcune particolari scelte di narrazione e di diffusione di immagini su argomenti di cronaca criminale”. Sono scelte che, a suo parere, “ripropongono letture semplicistiche e stereotipate di fenomeni complessi quali l’immigrazione e l’integrazione, travisando la veritiera e oggettiva rappresentazione dei fatti stessi”.
Nel concludere, il Garante avverte: “In questo periodo di campagna elettorale, le emittenti rischiano di incorrere nel mancato rispetto di principi costituzionali fondamentali”.
D’altro canto, il Garante non ha fatto altro che richiamare i principi che hanno ispirato la redazione del documento siglato nel 2016 (Delibera n. 424/16/cons, Atto di indirizzo sul rispetto della dignità umana e del principio di non discriminazione nei programmi di informazione, di approfondimento informativo e di intrattenimento), nel quale già si sottolineava l’impellente necessità di evitare assolutamente “espressioni fondate sull’odio o sulla discriminazione, che incitino alla violenza fisica o verbale ovvero offendano la dignità umana e la sensibilità degli utenti contribuendo in tal modo a creare un clima culturale e sociale caratterizzato da pregiudizi”.
Un richiamo utile che rischia di rimanere inascoltato nonostante i numerosi documenti e appelli che invitano la stampa a fornire una corretta informazione.