Questa mattina, nella splendida città di Matera, capitale europea della Cultura 2019, una signora ben vestita, ingioiellata, pettinata e truccata di tutto punto, parcheggia la sua auto in sosta vietata, dinnanzi ad una chiesa del centro storico, per recarsi in edicola ad acquistare un giornale. Un giovane ragazzo nero le si avvicina chiedendole dei soldi. Lei, infastidita, dapprima si scansa, proteggendo il “prezioso” portafogli, poi comincia a sciorinare la “salvini-litania”: “Ah, ma questi qui, non basta tutti i soldi che gli danno, chiedono anche l’elemosina! Ve ne dovete andare da qui! Questa è un’invasione!”.
Guardo la signora con sguardo perplesso, e le chiedo se è davvero convinta di quello che sta affermando. E lei: “Ma certo! Fa bene Salvini. Qui bisogna fare pulizia, non se ne può più! Loro stanno negli hotel a quattro stelle con piscina e gli italiani in mezzo alla strada. Hanno un sacco di soldi e li manteniamo noi!”. Dico alla “simpatica” signora che forse dovrebbe documentarsi di più e cercare di andare oltre le affermazioni di Salvini. “Lei è ignorante”, mi dice. E io non mi sono trattenuta del dirle che è razzista. Tirando fuori la testa dal finestrino, mettendo in moto, mi ha gridato di esserne fiera … Punti di vista! Rientro a casa, accendo il pc, leggo le news. Ma il “salvini-pensiero”, si è talmente diffuso, ahimè, che colpisce anche Maria Grazia Cucinotta. In una rubrica di “posta femminile”, che lei stessa gestisce sul Corriere Sociale, un mensile del Corriere della Sera, nel rispondere ad una lettrice, Elisabetta, che racconta come dopo 25 anni chiude la sua storia con il marito e di come i due figli siano partiti per il Nord per studiare, la Cucinotta scrive: “Sento tutti i giorni finanziamenti verso rom e profughi, ma non sarebbe più giusto pensare ai bisogni di donne che pur volendo fuggire alla violenza si ritrovano da sole?”.
Su Facebook, arriva la dura replica dell’Osservatorio sul Razzismo in Italia: “Ecco, fare la scala del “più giusto”, di chi è più sfigato, chi merita essere aiutato e chi no. È qualcosa di disgustoso. A questo si aggiunga che i soldi per i profughi non sono dati dallo Stato Italiano ma dall’Europa, e quindi non sarebbero spendibili per il caso citato e che tra i rom, che in maggioranza sono italiani o comunitari e hanno quindi gli stessi diritti di Elisabetta, vi sono tante donne che si trovano esattamente nella stessa situazione. Forse è bene che di immigrazione ne parli chi abbia una minima conoscenza del tema e non solo chi opina per sentito dire”.
Quello che mi chiedo con insistenza in questi giorni è proprio come fare a mettere un argine a questa diffusione pervasiva e invadente di questi messaggi di odio, che passano senza alcun filtro attraverso i media, per raggiungere tutti. Nessuno escluso.
Paola Andrisani