Si è tenuto il 28 agosto, a Parigi, il summit al quale hanno preso parte, oltre al presidente francese Emmanuel Macron e allo stesso Presidente del Consiglio italiano, Paolo Gentiloni, la cancelliera tedesca Angela Merkel, il primo ministro spagnolo Mariano Rajoy, l’alta rappresentante Ue, Federica Mogherini, il premier Libico Fayez al-Serraj e i presidenti del Niger, Mahamadou Issoufou, e del Ciad, Idriss Déby.
L’incontro ha prodotto una dichiarazione congiunta che ripercorre in buona parte le proposte portate dall’Italia. Ovvero: aprire dei campi di accoglienza – che non vengono definiti come “hotspot” (“Penso che gli hotspot non siano proprio il termine ideale per designare dei centri di ricollocazione“, ha dichiarato la cancelliera tedesca Merkel) – in loco per distinguere i cosiddetti “migranti economici” dai richiedenti asilo; aiutare il Ciad e il Niger, principali paesi di transito, a realizzare controlli alle proprie frontiere; introdurre un sistema che permetta ai migranti di sottoporre la loro domanda di asilo o altre forme di protezione internazionale direttamente in Ciad e Niger (“Bisogna lavorare per i rimpatri volontari e assistiti” e per “sostituire gradualmente soluzioni legali a quelle irregolari“, ha aggiunto il Presidente del Consiglio Gentiloni); operare alla pacificazione della Libia attraverso “un processo di transizione inclusivo”; adottare un codice di comportamento per le Ong che effettuano salvataggi in mare; investire per lo sviluppo degli stati africani per creare nuovi posti di lavoro; rivedere il regolamento di Dublino sul diritto di asilo europeo (“Il sistema Dublino deve essere rivisto, non offre soluzioni soddisfacenti, i Paesi cosiddetti d’arrivo sono sfavoriti“, ha ribadito la Merkel).
La linea comune è, dunque, quella di una maggiore cooperazione per gestire i flussi e contrastare la lotta al traffico degli esseri umani. “Oggi abbiamo parlato di flussi di migrazioni clandestine, che ci destabilizzano. Dobbiamo lavorare insieme, a partire dai paesi di origine, di transito e di arrivo. E’ una sfida per l’Unione europea e per l’Unione africana“, ha affermato il Presidente Macron, durante la conferenza stampa all’Eliseo.
Per garantire condizioni umanitarie dignitose ai migranti, la linea tracciata è quella della collaborazione con l’Unhcr e l’Oim. Queste agenzie avranno un ruolo tanto nei centri di accoglienza in Libia, quanto in Niger e Ciad.
Come ha spiegato ancora Macron, la scelta di «attuare azioni concrete a monte, nei due grandi paesi di transito, e cioè Niger e Ciad», segue un approccio simile a quello usato nel 2016 per chiudere la cosiddetta “rotta balcanica” (quando l’UE ha stanziato un contributo di sei miliardi di euro per il governo turco al fine di fermare gli arrivi dei migranti in Grecia e di imporre l’accoglienza in Turchia dei migranti che sarebbero stati rimandati indietro dalla Grecia). Il piano concordato a Parigi prevede “un’identificazione dei migranti nei Paesi di transito” attraverso “la cooperazione con i Paesi africani, con una presenza anche militare sul campo”, ha aggiunto Macron.
Lo stesso approccio, o per lo meno uno simile, è stato usato più di recente dall’Italia nei confronti della Libia, il principale paese da cui partono i migranti che attraversano il Mediterraneo. Durante il summit, il governo italiano è stato elogiato per la sua strategia in Libia, considerata un “modello” di collaborazione con i paesi dell’altra sponda del Mediterraneo in merito all’immigrazione.
I dettagli dell’intesa raggiunta non sono stati ancora diffusi. Sembra comunque che l’intenzione sia quella di continuare ad affidare buona parte dell’azione operativa all’Italia, che, a sua volta, a Roma ha presieduto una riunione dei ministri degli Interni di Ciad, Niger, Mali e Libia, sempre sul tema dell’immigrazione. Dalla riunione è emersa la necessità di rafforzare la capacità di controllo dei confini marittimi e terrestri attraverso l’attivazione di meccanismi a supporto della formazione e dell’operatività delle guardie di frontiera. E’ stata concordata anche la costituzione di una “Task force” ad alto livello delle forze di sicurezza che si riunirà a breve a Roma al fine di accrescere la cooperazione tra i Paesi membri della Cabina di regia. Dopo l’incontro di ieri, un secondo vertice si svolgerà in autunno in Spagna per fare il punto dei progressi compiuti.
Macron, inoltre, ha annunciato l’organizzazione di una grande conferenza contro il finanziamento delle reti terroristiche a inizio 2018. Per la prima volta da quando è stato eletto all’Eliseo, il leader francese ha parlato di “terrorismo islamista”.
L’accordo è raggiunto (per il momento), la strategia definita: teniamoli lontani da noi, costi quello che costi: in termini di risorse pubbliche (le nostre), ma soprattutto in termini di vite e diritti umani, calpestati. Cosa succederà alle persone che resteranno intrappolate nei loro paesi o in quelli di transito? Non sembra preoccupare i Capi di Stato e di Governo che oggi si sono riuniti a Parigi.