Ci lascia l’amaro in bocca la storia di Jerry. Noi l’abbiamo appresa da un articolo pubblicato su Fanpage qualche giorno fa e abbiamo cercato di approfondire la vicenda. Jerry è stato vittima di una violenza razzista molto forte. Ventinove anni, originario del Ghana, Jerry si recava ogni giorno in autobus sul posto di lavoro. Faceva il saldatore. Un giorno di quel maledetto luglio dello scorso anno, Jerry era sull’autobus che, dal Villaggio Coppola di Castel Volturno, lo riportava a casa. “Ho chiesto all’autista del pullman di poter scendere e mi sono alzato dal mio posto per far accomodare una signora. C’era una persona avanti a me a cui ho chiesto cortesemente di farmi passare per scendere. Lui mi ha mandato a quel paese. Io gli ripetevo ‘Scusa mi fai scendere? ’. L’ho ripetuto tre volte senza avere risposta. Quando gli sono passato accanto lui mi ha sferrato un colpo alle spalle e sono caduto fuori dal pullman”, ha raccontato alla stampa.
Jerry non conosceva assolutamente il suo aggressore. E quest’ultimo, già identificato come un sessantenne italiano del posto, senza alcun motivo ha cominciato dapprima ad insultarlo con frasi apertamente razziste e violente. Per poi passare alla violenza fisica.
Quel pugno nella schiena gli è stato fatale. E ce lo ribadisce il suo avvocato, Hillary Sedu, che abbiamo contattato. Quel pugno l’ha colpito in maniera talmente precisa da andare a rompergli una vertebra che ha poi causato la lesione irreversibile al midollo spinale.
Quando Jerry è caduto per terra, il suo aggressore l’ha nuovamente colpito ed ha continuato ad infierire su di lui.
Oggi, a distanza di oltre un anno dall’accaduto, Jerry, grazie anche al supporto del suo avvocato, trova la forza ed il coraggio di raccontare tutto. La querela era stata sporta nel luglio 2017, ma Jerry in quel momento non era assolutamente in grado di parlare di quanto gli era successo, in quanto bloccato in un letto di ospedale. Soltanto dopo la riabilitazione, il suo avvocato ha ritenuto giusto far conoscere l’accaduto proprio alla luce della gravità dell’atto compiuto.
Oggi Jerry non è più in grado di utilizzare autonomamente né gli arti superiori né quelli inferiori. E’ paralizzato e costretto ad una sedia a rotelle e a vivere assistito da personale sanitario.
A Jerry è stata diagnosticata una paraplegia degli arti inferiori e la diparesi degli arti superiori. La diagnosi è definitiva, il che significa che la condizione di paralisi non è reversibile. Non può fare nessun gesto motorio in autonomia ed ha sempre bisogno di infermieri e medici 24 ore su 24. Al momento è ricoverato nell’unica struttura che gli possa garantire una lunga degenza: ovvero una clinica per malati mentali. E siamo davvero all’assurdo.
“È qualcosa di drammatico e intollerabile. Una violenza vile e ingiustificabile” commenta l’avvocato Hiliary Sedu. “Ed è qualcosa di una gravità inaudita se si pensa che a questo ragazzo ora gli è stata rovinata completamente la vita in modo gratuito da un perfetto sconosciuto”. Inquieta (come ci riporta lo stesso avvocato) anche il fatto che nella stessa struttura, nella quale Jerry è ospitato, vi sarebbe un altro giovane migrante che versa in gravissime condizioni psico-fisiche, anche lui a seguito di un pesante pestaggio razzista ad opera di tre cittadini italiani. E che non è mai stato denunciato o reso noto dalla stampa. Queste due storie ci raccontano ancora una volta come molte violenze razziste anche gravissime non sono denunciate. A volte il coraggio di denunciare arriva dopo molto tempo. In altri casi non arriva mai e le vittime rimangono in totale solitudine.
Fortunatamente le forze dell’ordine sono riuscite a fermare ed identificare l’autore del pestaggio di Jerry, anche grazie alle numerose testimonianze rese. Presto si entrerà nel vivo del processo, anche se nessun tipo di condanna, per quanto severa, potrà restituire al ragazzo la sua vita spezzata ed i suoi sogni.
Sul sito GoFundMe è stata lanciata una campagna per Jerry, per aiutarlo a pagare le cure mediche e le terapie riabilitative di cui ha bisogno (www.gofundme.com/aiutiamo-jerry-pestato-per-razzismo).