Yusupha non è più in pericolo di vita. I medici che da sabato scorso seguono lo studente universitario colpito alla testa da un proiettile dichiarano che nemmeno loro si aspettavano un miglioramento così rapido. Sarà quindi una manifestazione anche di gioia quella che sabato prossimo percorrerà le strade di Palermo, per schierarsi a fianco di Yusupha e contro le persone che hanno aggredito lui e gli amici con cui stava passeggiando nel quartiere palermitano di Ballarò. “Una banale lite”, “una rissa tra extracomunitari”: così alcuni giornali locali avevano dato notizia di quanto successo. Ma la verità è un’altra, ed è emersa rapidamente, anche grazie all’impegno di molte associazioni palermitane, che hanno immediatamente denunciato “un quadro di violenza diffusa che pervade in maniera crescente la nostra città trovando nei soggetti più deboli, come molti migranti, le prime vittime e i principali capri espiatori”.
L’aggressione subita da Yusupha, ventunenne studente universitario e mediatore culturale originario del Gambia, e dai ragazzi con cui si trovava, l’abbiamo raccontata qui. Un’aggressione che è stata definita dal questore di Palermo “un episodio molto grave, messo in atto da chi crede di potere comandare”. Gli ha fatto eco il capo della squadra mobile, parlando di “atti di bullismo di inaudita violenza con atteggiamenti tipicamente mafiosi”.
Contro quanto successo, il sindaco Leoluca Orlando ha annunciato che il comune si costituirà parte civile nel procedimento che vedrà imputati i giovani palermitani già individuati dalle forze dell’ordine. Tra loro E.R., pregiudicato di 28 anni, fermato per tentato omicidio: è lui l’uomo inquadrato da una telecamera fissa mentre, pistola alla mano, si dirige verso Yusupha.
“Mai tollereranno atti di violenza da parte di chiunque a danno di chiunque e ancor di più quando questi hanno uno sfondo razzista e mafioso», ha affermato Orlando. Anche Carlotta Sami, portavoce Unhcr per il Sud Europa, ha espresso solidarietà al giovane aggredito. Una solidarietà che arriva da molte associazioni, movimenti, singoli cittadini e cittadine: tutte insieme sfileranno sabato 9 aprile, partendo da piazza Bologni alle 10.30, per attraversare le strade percorse da Yusupha prima di essere aggredito. Un corteo che terminerà al campo di bocce, dove Yusupha stava andando per incontrare i ragazzi di Baddarhome, gruppo impegnato nelle riqualificazione, dal basso, del quartiere. “Non ci stiamo più al silenzio e all’indifferenza. Non ci stiamo più a temere di camminare in una zona di Palermo così bella. Ad abbassare la testa e tenere gli occhi a terra davanti a questa mafiosità diffusa, davanti a questa violenza gratuita”, così i ragazzi e le ragazze di Badderhome, che spiegano: “Sabato scenderemo in piazza ad animare le strade di Ballarò per dimostrare che non c’è solo del marcio. C’è una parte di Palermo sana che ha voglia di cambiamento, che dice no ad ogni tipo di violenza”.
“Il ragazzo colpito – spiegano i membri della rete che sta organizzando la manifestazione si chiama Yusupha, ma si sarebbe potuto chiamare Giuseppe, Calogero o Salvatore, e tornava da un pomeriggio trascorso a riqualificare un campetto di calcio abbandonato nel quartiere di Ballarò e destinato a tutti i giovani del territorio. Non permetteremo a nessuno di trasformare un quartiere libero, vivo, che ha voglia di futuro, in un luogo di paura e morte”.
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