Mentre il fronte caldo delle “emergenze” si allarga a macchia d’olio, spostando l’attenzione anche su rotte diverse dal Mediterraneo, le maglie dell’accoglienza si stringono, portando a prese di posizione significative.
Dopo l’incendio appiccato l’11 agosto all’ex base militare San Siro a Bagnoli di Sopra – la struttura individuata come possibile hub provinciale per ospitare un gruppo di profughi – l’associazione “Padova Accoglie”, nata in contrapposizione al fronte anti-accoglienza, indice un’assemblea regionale per settembre, “chiamando a raccolta tutte le realtà che si vogliono opporre a quello che da mesi sta accadendo nelle nostre città e nella nostra regione”. Ma nel contempo, un gruppo di cittadini di Bagnoli stessa si mobilita per dire no all’accoglienza profughi. Il gruppo pubblico su Facebook creato ad hoc: “Bagnoli dice no!” guida le fila del fronte di protesta relativo “all’imminente disagio relativo a 480 profughi in arrivo all’hotel Michelangelo”.
Nonostante la disapprovazione espressa da don Remo Morello, parroco locale, durante l’omelia domenicale, predica arrivata dopo il corteo che ha visto circa duecento persone sfilare contro il centro di accoglienza all’ex base dell’Aeronautica militare, i cittadini passano alle azioni concrete. Da ieri, infatti hanno dato vita a delle ronde notturne davanti alla ex base di San Siro per proteggere il luogo dal possibile e “paventato” arrivo di migranti.
Cavallo di battaglia della Lega Nord, tornano di moda le ronde. Ciclicamente riproposte come possibile soluzione ai “problemi” legati alla presenza dei migranti nelle città. A fine luglio, infatti, anche a Castelfranco Piandiscò, in provincia d’Arezzo, il capogruppo della lista civica, ed ex sindaco, Marco Morbidelli proponeva d’istituire “ronde di controllo” per garantire l’incolumità dei residenti, sottolineando come non pochi cittadini siano preoccupati per l’eventuale arrivo dei richiedenti asilo.
Con la differenza che mentre prima si reclamavano come azione concreta per “difendere” il territorio, adesso si vorrebbe attivarle come azione “preventiva”. Come dire, che solo l’idea di poter vedere arrivare nuovi ospiti in paese, provoca la paura e il disagio nei confronti dell’altro.