Il sito web teleclubitalia.it è il solo a riportare la notizia di un’aggressione razzista avvenuta lungo la strada statale Domiziana, nei pressi di Giugliano (Na). In un video girato dalla tv locale, il diciassettenne Mustafà, originario del Gambia e residente nel locale Centro di accoglienza, racconta l’accaduto e mostra i segni di una ferita sulla spalla sinistra. Stava rientrando al Centro, intorno alle 20, quando, all’improvviso, nel buio, un’auto con quattro giovani a bordo, lo affianca a tutta velocità. Uno degli aggressori estrae dal finestrino un bastone di legno e colpisce Mustafà sulla spalla. “Torna al tuo paese, qui non vi vogliamo”, gli urlano mentre si allontanano vigliaccamente. “Sono persone cattive – commenta a freddo Mustafà – e credo che loro qui non ci vogliono”.
Solo pochi giorni prima, c’erano stati momenti di forte tensione nella vicina Acerra, per l’arrivo di un pullman con a bordo alcune decine di migranti, che dovevano essere alloggiati in alcune villette nella periferia e che poi, “per motivi di ordine pubblico”, sono stati spostati nel centro di accoglienza, proprio a Giugliano.
Alcuni cittadini sono scesi in strada chiedendo “spiegazioni” per una situazione che ritenevano “inaccettabile e soprattutto incomprensibile” e hanno tentato di impedire la sistemazione dei migranti stessi. Le condizioni igienico-sanitarie e la posizione degli alloggi, siti in un parco residenziale cittadino, sono l’oggetto della contestazione. Per sedare le proteste, è stato necessario l’intervento delle forze dell’ordine. Il sindaco Lettieri, a cui i residenti hanno chiesto un incontro, ha confermato di non essere a conoscenza dell’arrivo dei migranti. Nessun comunicato sarebbe, infatti, giunto in comune, per interpellare o quanto meno per informare la comunità sulla decisione presa.
Insomma, il solito rimpallo di responsabilità tra comune e prefettura. Il fatto è che gioca a favore di dichiarazioni come quelle rilasciate dal segretario della Lega Nord, Matteo Salvini che ieri chiedeva di “chiudere le prefetture” e affidare “la gestione degli immigrati arrivati senza documenti in Italia ai sindaci”.
Ma c’è di peggio. Di fronte alle numerose manifestazioni di piazza, ai presidi, ai rifiuti istituzionali, si arriva ad incitare in modo esplicito all’odio e alla violenza. L’ha fatto sempre Salvini (durante la trasmissione La Zanzara su Radio 24, ben nota per le sue derive), dichiarando: “Spero che ci siano altri episodi come quello di Quinto o di Crema, con i cittadini che pacificamente e democraticamente si oppongono all’arrivo degli immigrati. Spero che tante mamme e tanti papà si mettano in mezzo e si oppongano fisicamente. Vorrei vedere anche poliziotti e carabinieri a manifestare al fianco delle famiglie. Il 70 per cento di questi non sono profughi ma hanno più diritti degli italiani”.
“Pacificamente” vuol dire appiccare roghi e sfiorare il pogrom?
Piuttosto, è come dire: facciamo dei sindaci degli sceriffi e trasformiamo l’Italia in un Far West, dove le leggi e il rispetto dei diritti fondamentali della persona non contano. Ma vale la legge darwiniana del più forte e di chi decide di fare giustizia da sé. E in questo caso, duole dirlo, a dispetto di chi ieri sera in tv, invocava le cosiddette “compensazioni” per “educare” la gente dei quartieri alla “presenza” dei migranti, non c’è nulla che tenga.