E’ stata presentata ieri, 12 novembre, nella sala stampa della Camera dei Deputati, una proposta rivolta al governo e al Parlamento, nell’ambito della discussione sull’attuale manovra economica. Si tratta di un provvedimento in materia di immigrazione, una “operazione legalità”, come è stata definita dai promotori, che “comporterebbe benefici evidenti in termini di entrate per lo Stato, contrasto all’evasione e sicurezza nei territori”.
La proposta è stata sviluppata dai promotori della campagna “Ero straniero” (Radicali italiani, Fondazione casa della Carità «Angelo Abriani», Acli, Arci, Asgi, Centro Astalli, Cnca, A buon diritto, Cild, Oxfam Italia, ActionAid Italia, Legambiente Onlus, Ascs, Fcei, più diversi sindaci), e a presentarla, alla Camera, erano presenti Paolo Pezzati (Oxfam), Filippo Miraglia (Arci), Giulia Gori (Federazione chiese evangeliche in Italia) e il deputato Riccardo Magi.
“Ci rivolgiamo a Governo e Parlamento, impegnati in queste settimane con la manovra, con un semplice calcolo: con un provvedimento di emersione dal nero e regolarizzazione, entrerebbero almeno 1 miliardo di euro per lo Stato, ogni anno. Considerando l’emersione per 400.000 persone – quindi non tutti, ma una parte degli irregolari stimati oggi in Italia– e considerando che il reddito medio mensile di un lavoratore in Italia è di 20.000 euro lordi l’anno (media tra autonomo e dipendente secondo l’Istat), si avrebbe a regime una entrata di 2.232 euro all’anno a persona, che per 400mila persone fa 893 milioni di euro di gettito fiscale. A cui vanno aggiunte le entrate “una tantum” per i costi amministrativi ed eventuali contributi forfettari per l’emersione. 1 miliardo all’anno servirebbe a coprire, ad esempio, una parte dei costi di scuola e istruzione, settore che nella manovra per il 2020 non sembra godere di stanziamenti adeguati”, affermano i promotori durante la discussione alla Camera. Oltre al miliardo proveniente dai contributi fiscali, altri tre miliardi di euro potrebbero essere incassati grazie alle tasse per i servizi previdenziali.
Si tratta, quindi, di una richiesta per una nuova “regolarizzazione”, attraverso la proposta di un emendamento da presentare alla legge di bilancio per favorire l’emersione di centinaia di migliaia di persone migranti oggi costrette a vivere nel limbo dell’irregolarità e del lavoro nero (alcune recenti stime, prodotte dagli ultimi rapporti sull’immigrazione in Italia, come ad esempio il Dossier Statistico Immigrazione dell’Idos, parlano di mezzo milione di migranti non regolarmente soggiornanti, destinati a diventare quasi 700 mila fino prossimo anno, ndr).
“Serve oggi un forte segnale di discontinuità rispetto alla normativa esistente, che ha dimostrato ormai di essere del tutto inefficace per gestire le politiche di ingresso e soggiorno nel nostro Paese e che produce evasione fiscale, concorrenza sleale, illegalità, marginalità sociale e sfruttamento lavorativo – ribadiscono i promotori – Ma crediamo che non si possa procedere solo con un provvedimento straordinario di emersione, ma che si debba approvare la proposta di legge di iniziativa popolare in discussione alla Camera che prevede un meccanismo di regolarizzazione su base individuale, a fronte di un contratto di lavoro, con il rilascio di un permesso di soggiorno per comprovata integrazione”.
Gli esponenti della Lega (ma anche i ben noti giornali di destra) hanno commentato la notizia in modo polemico. Il senatore Stefano Candiani e il deputato Nicola Molteni, leghisti e sottosegretari all’Interno con il ministro Matteo Salvini, hanno dichiarato: “Il Movimento 5 Stelle completa la sua metamorfosi in parente povero del Pd e annuncia di cambiare la Bossi Fini al grido ‘Ero straniero…’. La Lega dice prima gli italiani. La sinistra e i grillini dicono prima i clandestini”. Ovviamente, torna in prima pagina la parola “clandestini” e “invasione”. Per non parlare della distorta interpretazione di tale proposta come una banale “sanatoria”.
La proposta presentata ieri si muove nella stessa direzione del disegno di legge di iniziativa popolare (Atto Camera n. 13) promosso nel 2017 sempre da «Ero straniero» il cui esame riprenderà la prossima settimana alla Camera dei Deputati. Ad annunciare la ripresa delle audizioni è stato lo stesso presidente della commissione Affari Costituzionali della Camera, Giuseppe Brescia, del M5S.
Infatti, l’11 aprile scorso, era stata avviata la discussione della proposta di legge di iniziativa popolare di riforma dell’attuale testo unico sull’immigrazione, per “la promozione del regolare soggiorno e dell’inclusione sociale e lavorativa di cittadini stranieri non comunitari”, sottoscritta da 90.000 cittadini italiani e depositata il 27 ottobre 2017 dal comitato promotore della campagna stessa. Il titolo della proposta di legge di iniziativa popolare è “Nuove norme per la promozione del regolare permesso di soggiorno e dell’inclusione sociale e lavorativa di cittadini stranieri non comunitari”. Relatore in Commissione Affari costituzionali è il deputato Riccardo Magi.
La proposta si compone di 8 articoli che prevedono: l’introduzione di un permesso di soggiorno temporaneo per la ricerca di occupazione attraverso l’attività d’intermediazione tra datori di lavoro italiani e lavoratori stranieri non comunitari; la reintroduzione del sistema dello sponsor già collaudato con la cosiddetta legge Turco-Napolitano (legge 6 marzo 1998, n. 40); la regolarizzazione su base individuale degli stranieri senza documenti allorché sia dimostrabile l’esistenza in Italia della disponibilità di un’attività lavorativa o di comprovati legami familiari o l’assenza di legami concreti con il Paese di origine, sul modello della Spagna e della Germania; un sistema d’accoglienza dei richiedenti asilo e dei rifugiati che sia diffuso su tutto il territorio con piccoli numeri e che punti a rafforzare il legame tra territorio, accoglienza e inclusione; nuove misure di inclusione attraverso il lavoro di richiedenti asilo e rifugiati; l’introduzione di nuovi standard per riconoscere le qualifiche professionali dei cittadini stranieri; l’elettorato attivo e passivo per le elezioni amministrative a favore degli stranieri titolari del permesso di soggiorno per soggiornanti di lungo periodo. E, infine, l’abolizione del cosiddetto “reato di clandestinità” (grazie all’abrogazione dell’articolo 10-bis del testo unico, ovvero il decreto legislativo n. 286 del 1998).
I promotori della campagna l’hanno definita una “mossa win-win necessaria”. Si tratta di “una scelta di legalità con effetti positivi per tutti in breve tempo: a livello economico, con nuove entrate per lo Stato, e a livello sociale, in termini di dignità, sicurezza e impatto positivo sui territori”.
Il Parlamento sarà pronto ad accoglierla?