Pubblichiamo, qui di seguito, un comunicato di Rivoltiamo la Precarietà sulla dichiarazione del PM della Procura di Bari che, archiviando il fascicolo per occupazione abusiva dell’ex convento di Santa Chiara, l’ha definita “legittima e necessaria” (noi ne abbiamo parlato più volte, di recente qui e qui).
Non accade tutti i giorni che un magistrato chieda l’archiviazione del fascicolo (leggi qui) per occupazione abusiva nei confronti di quasi 200 migranti. E’ successo a Bari dove per il Pm della Procura i migranti che hanno occupato l’ex convento di Santa Chiara nel centro della città da febbraio a novembre 2014 non hanno danneggiato la struttura ed erano in stato di necessità.
Si tratta di uno schiaffo da parte di un potere dello Stato: quello giudiziario, nei confronti di un altro: quello esecutivo. E’ un’ulteriore prova, tutta nell’ambito dello Stato di diritto, del fallimento totale delle politiche di accoglienza dei governi della città negli ultimi anni. Prima con il sindaco Emiliano, poi con Decaro. Dall’ottobre del 2013 (quando i migranti iniziarono a denunciare la necessità di poter vivere e dormire sotto un tetto) fino ad oggi, dato che quasi duecento persone continuano a stazionare in condizioni disumane nella tendopoli-ghetto dell’ex Set nel quartiere Libertà.
Per chi ha sostenuto e continua a sostenere le rivendicazioni dei migranti, non serviva la dichiarazione pubblica di un magistrato per essere convinti della legittimità dell’occupazione e del recupero a scopo abitativo di una struttura abbandonata. Si tratta di persone che, dopo essere uscite dal Cara di Bari-Palese, per mesi sono state costrette a dormire per strada, senza vedersi garantita la seconda accoglienza. Il tutto a causa della negligenza e del ‘razzismo istituzionale‘ targato Comune e Prefettura.
La richiesta di archiviazione è arrivata per la presunta occupazione abusiva dell’immobile di Santa Chiara, per i quali nei mesi scorsi la Procura aveva delegato accertamenti ai Carabinieri del Nas ed altri organi competenti per stabilire le condizioni di sicurezza igienico-sanitarie. Su questi aspetti insieme ai migranti abbiamo sempre evidenziato pubblicamente il recupero dell’ex convento, i progressivi lavori di messa in sicurezza e di ripristino delle condizioni igienico-sanitarie. Lo abbiamo fatto in diverse maniere: dalle iniziative di solidarietà alle assemblee aperte, da foto e video alle lettere propositive verso le Istituzioni.
Oggi, invece a quasi un anno dalla permanenza nell’aberrante tendopoli basterebbero meno di cinque minuti ai Nas, alla ASL ed a qualsiasi ente preposto per dichiarare abusiva ed inagibile per le condizioni di sicurezza igienico-sanitarie e di rispetto della dignità della persone uno spazio allestito dal Comune di Bari ed inaugurato dal Sindaco Decaro in persona, qual è l’ex Set.
Anche questa storia, non ancora terminata, è un ulteriore emblema di come stia regredendo col passare del tempo l’idea di accoglienza e civiltà delle democratiche istituzioni nazionali e sovrannazionali europee.
Infatti le richieste dei migranti dell’ex-Set di utilizzare i fondi disponibili, ben 1,6 milioni di euro, per il recupero di un immobile pubblico rimangono inascoltate, poiché il Comune ha deciso senza indugi, e col silenzio di molte Istituzioni sociali, che la soluzione dovrà essere l’ennesimo allestimento di un ghetto/container. Vorremmo tanto sperarlo, ma pensiamo che neppure le motivazioni della richiesta di archiviazione da parte di un Pm saranno sufficienti a far cambiare rotta a questi miopi ed inetti amministratori. D’altronde i rapporti di forza si cambiano a partire dai percorsi di autodeterminazione e di lotta dei soggetti sociali.
Bari, 02 settembre 2015