Dopo quasi 15 anni, la Fifa (la Federcalcio internazionale, ndr) ha pubblicato la nuova edizione 2019 del Codice Disciplinare (Disciplinary Code 2019). Il codice, entrato in vigore ieri, 15 luglio, si configurerà come uno strumento giuridico unico per affrontare le numerose questioni disciplinari. Concepito e sviluppato in consultazione con le sei confederazioni e con molti attori chiave del calcio, il nuovo codice risulta meglio strutturato, più chiaro, più snello e breve (ridotto da 147 a 72 articoli), più trasparente (è previsto persino un sito Web FIFA dedicato, legal.fifa.com, che conterrà le principali decisioni adottate dagli organi giudiziari della FIFA e altre risorse legali utili). Il nuovo testo contiene novità significative relative ai procedimenti disciplinari, in particolare quelli legati al razzismo e alla discriminazione.
La Fifa ha, di fatto, adottato il principio della “tolleranza zero” al razzismo e a qualsiasi forma di discriminazione (in collaborazione con la rete FARE), in linea con le dichiarazioni del Presidente della FIFA, secondo cui la discriminazione non trova posto nel calcio e la FIFA non deve esitare ad affrontare qualsiasi forma di comportamento discriminatorio.
Per lanciare un segnale forte in questa direzione, il massimo organismo calcistico mondiale ha deciso di inasprire le pene in caso di insulti e comportamenti discriminatori all’interno degli stadi.
Tre i punti fondamentali delle modifiche effettuate e che la FIFA tiene a sottolineare.
Innanzitutto, l’adeguamento e l’allineamento della definizione e del contenuto della visione antirazzista e antidiscriminatoria ai più elevati standard internazionali. In secondo luogo, l’inasprimento delle pene sino all’annullamento della partita e a pesanti squalifiche. Infine, per i recidivi coinvolti in incidenti razzisti o discriminatori, si prevede l’attuazione di un piano di prevenzione per promuovere l’educazione alla diversità e combattere la discriminazione nel calcio.
Inoltre, la Fifa ha deciso di offrire tutto il suo sostegno ai giocatori vittime di razzismo, che sono invitati a denunciare davanti agli ordini giudiziari l’accaduto, e sarà la Fifa stessa ad offrire consulenza legare gratuita.
Ma cosa succederà a tifosi e giocatori?
Nel nuovo codice le sanzioni saranno molto più severe. Protratti insulti di carattere razzista o discriminatorio, che spingano l’arbitro a sospendere una partita in corso, si tradurranno nella sconfitta a tavolino. È prevista l’applicazione della procedura in tre fasi ben codificate (come già preannunciato a gennaio e come da protocollo): è necessario innanzitutto richiedere un annuncio pubblico per invitare a cessare i comportamenti offensivi. Dopodiché, la sospensione della gara, fino al ritorno alla normalità. E, se dovessero proseguire tali manifestazioni, la fine stessa della partita.
“A meno che non si creino circostanze eccezionali, se una gara viene dichiarata conclusa dall’arbitro a causa di comportamenti razzisti e/o discriminatori, la partita deve essere dichiarata persa” si legge nel nuovo regolamento disciplinare.
Qualora non fossero i tifosi, ma i giocatori responsabili di comportamenti e atti discriminatori, le autorità disciplinari potranno d’ora in avanti vagliare una lunga squalifica con un minimo di 10 giornate di stop nei confronti dei calciatori.
Fra le offese che verranno considerate discriminatorie sono indicate quelle fondate su: «colore della pelle, origine etnica, geografica o sociale, il sesso, disabilità, orientamento sessuale, lingua, religione, opinioni politiche, la ricchezza, la nascita o altro status».
Il nuovo Codice si applica a tutte le competizioni ufficiali Fifa, e di conseguenza, anche alle qualificazioni per la Coppa del Mondo 2022 mentre non riguarda le competizioni organizzate dalle federazioni continentali come gli Europei che dipendono invece dalla Uefa.
La Fifa si dichiara comunque disponibile anche ad ulteriori approfondimenti con le parti interessate al fine di migliorare continuamente le sue procedure.
Sicuramente, una presa di posizione importante che si spera contribuisca a contrastare meglio rispetto al passato il razzismo, l’omofobia e tutte le forme di discriminazione nel mondo calcistico.