Hanno fatto molto rumore le 8 decisioni adottate dalla Commissione europea sui procedimenti di infrazione per mancato recepimento e attuazione completi del sistema europeo comune di asilo. Le decisioni hanno riguardato Grecia, Croazia, Italia, Malta e Ungheria (http://europa.eu/rapid/press-release_IP-15-6276_en.htm).
Di fatto la Commissione esorta la Grecia, la Croazia e l’Italia ad attuare correttamente il regolamento Eurodac (regolamento (UE) n. 603/2013) che dispone l’effettivo rilevamento delle impronte digitali dei richiedenti asilo e la trasmissione dei dati al sistema centrale dell’Eurodac entro 72 ore. L’efficace attuazione del regolamento Eurodac è essenziale per il funzionamento del sistema Dublino e dei meccanismi di ricollocazione dell’UE. Già ad ottobre la Commissione europea aveva inviato le lettere amministrative a Grecia, Croazia e Italia, che a distanza di due mesi non hanno reagito in modo efficace. La Commissione europea ha pertanto deciso di inviare le lettere di costituzione in mora (il primo passo verso una procedura di infrazione).
Nelle decisioni, inoltre, si esorta la Grecia e Malta a comunicare le misure nazionali adottate per recepire pienamente la direttiva procedure (direttiva 2013/32/UE), che stabilisce procedure comuni per il riconoscimento e la revoca dello status di protezione internazionale, e la direttiva accoglienza (direttiva 2013/33/UE), che riguarda l’accesso dei richiedenti asilo alle condizioni di accoglienza in attesa che la loro domanda sia esaminata. Così come, si manifesta dissenso verso le modifiche alla legge sul diritto di asilo introdotte a luglio dall’Ungheria e decise dal governo di Viktor Orban, in contemporanea alla costruzione del muro di filo spinato per impedire l’accesso dei migranti. In particolare, esse riguardano la velocizzazione delle procedure per analizzare le domande dei richiedenti asilo e per i rimpatri degli immigrati non regolari: tra i provvedimenti più controversi quello sulla possibilità di rinviare i rifugiati verso Paesi terzi poco sicuri o la detenzione per i richiedenti asilo, compresi donne e bambini. La Commissione si è detta preoccupata (http://europa.eu/rapid/press-release_IP-15-6228_en.htm) perché, per quanto riguarda la procedura di asilo, non è possibile presentare nuovi fatti e circostanze in caso di ricorsi e perché l’Ungheria non applica, in questi casi, nessuna sospensiva automatica costringendo così i richiedenti asilo ad abbandonare il proprio territorio, anche mentre la procedura è ancora in corso. Budapest non starebbe tenendo in conto i diritti dei migranti nemmeno per quanto riguarda il diritto all’interpretazione e alla traduzione. Infine, la Commissione non condivide il fatto che, secondo le nuove leggi ungheresi, nella revisione giudiziaria delle decisioni di rigetto delle domande di asilo, un’audizione del diretto interessato sia solo opzionale.
Per quel che riguarda l’Italia non si fa attendere la pronta reazione del ministro dell’Interno Angelino Alfano: “Riteniamo che la Commissione europea debba aprire una bella procedura di ringraziamento per il nostro Paese. Abbiamo solo da essere ringraziati per quanto fatto, perché se non avessimo salvato centinaia di migliaia di vite umane, oggi l’Europa sarebbe stata coperta da una coltre di vergogna (…) Noi abbiamo fatto tutto questo in una situazione di grande emergenza. Adesso abbiamo tutto l’apparato organizzativo meglio attrezzato rispetto al 2014″.
Invece, dal canto suo, il Commissario europeo all’immigrazione Dimitris Avramopoulos, in questi giorni a Roma, è già pronto per lanciare ufficialmente (oggi 15 dicembre) la proposta di creare una Guardia costiera e di frontiera europea, che controllerà l’operato delle autorità nazionali e potrà intervenire direttamente in qualunque punto delle frontiere esterne della Ue senza bisogno di un invito da parte del governo interessato. “Finora Frontex si limitava a dare supporto agli stati membri senza potere di iniziativa e senza poter influire su come questi gestivano le proprie frontiere esterne. La nuova Agenzia per la Guardia costiera e di confine verificherà che le regole di gestione integrata delle frontiere siano rispettate, potrà agire autonomamente per prevenire situazioni di crisi e intervenire subito sulle frontiere esterne con azioni urgenti sul campo. Stiamo rivoluzionando la gestione delle frontiere a livello europeo. L’agenzia potrà coordinare e avviare operazioni di rimpatrio, fornendo uno speciale documento di viaggio. Ci sarà uno speciale ufficio rimpatri che collaborerà con gli stati membri finanziando o co-finanziando le operazioni per rimandare indietro gli irregolari. Ma la decisione di rimpatriare o meno resterà competenza esclusiva di ogni Paese”, ha commentato Avramopoulos.