Ci risiamo. A pochi giorni di distanza dalle esternazioni razziste su Twitter di un’atleta greca, ecco un nuovo caso che attraversa il web e le principali testate dei quotidiani. Il protagonista è Michel Morganella, ventitreenne difensore della nazionale di calcio svizzera (nonché giocatore del Palermo), il quale, al termine della gara olimpica contro la Corea del Sud, persa per 2 a 1, ci ha resi partecipi delle sue “cinguettate” razziste: “Je fonsde out les coreen allez sout vous lebru. Ahahahhahahaah deban zotre”, scritto in verlan, ovvero «Voglio abbattere tutti i coreani, andate a darvi fuoco, banda di handicappati mentali». Il comunicato stampa del capo-delegazione svizzero è particolarmente duro e chiaro: “Morganella ha gravemente insultato e discriminato il popolo sud-coreano e la loro squadra di calcio con commenti altamente offensivi su Twitter. Condanniamo questi commenti, che violano alla base la carta Olimpica e il codice olimpico della Svizzera. Ecco perché, d’accordo con la Lega Calcio svizzera, abbiamo ritirato l’accredito di Morganella”. Il giovane calciatore, forse ravvedutosi (??), si è detto particolarmente dispiaciuto e ha già chiesto scusa: “Vorrei scusarmi con il popolo della Corea del Sud e con la squadra. Ho fatto un terribile errore dopo un risultato che non mi soddisfaceva. Vorrei anche scusarmi con la delegazione svizzera e con il calcio svizzero in generale. Ovviamente accetto le conseguenze delle mie azioni”. Troppo tardi: il giocatore è espulso dalla nazionale ed il suo account Twitter oscurato. Ma non basta.
A quanto pare, su Twitter l’insulto razzista è “di moda”! A poche ore di distanza dal tweet di Morganella, infatti, dopo la sconfitta nel match di judo, l’atleta brasiliana Rafaela Silva viene offesa sempre su Twitter da alcuni internauti con insulti razzisti: “Sei una scimmia. Stai in gabbia!”. E Rafaela Silva promette di non utilizzare mai più il social network, chiudendo, una volta per tutte e di sua volontà, il suo account. Saggia decisione?