“Oltre i muri ci sono anche i confronti sulle questioni politiche e le diverse visioni dell’accoglienza, su quelle culturali, e le difficoltà di integrazione e quelle umane, di soccorso e pietas. Oltre i muri ci sono anche le attese di coloro che aspettano per oltrepassare i confini, per attraversare il mare, per rientrare nelle ‘quote’, per ottenere lo status di rifugiato, per avere accesso a un centro di accoglienza, per andare verso Nord”, si afferma nel IV Rapporto curato dall’Associazione Carta di Roma, i cui dati sono elaborati dall’Osservatorio di Pavia, in collaborazione con l’Osservatorio europeo per la sicurezza.
Il rapporto, presentato il 19 dicembre 2016 alla Camera dei Deputati, evidenzia che da gennaio a ottobre del 2016, le notizie di prima pagina dedicate al fenomeno migratorio sono aumentate del 10% rispetto al medesimo periodo del 2015, toccando quota 1.622 (l’analisi è svolta sulle prime pagine di 6 quotidiani italiani: Corriere della Sera, il Giornale, l’Avvenire, l’Unità, la Repubblica, la Stampa). Di contro, i toni allarmistici utilizzati in passato per descrivere il fenomeno sono andati scemando: gli analisti li hanno riscontrati nel 27% degli articoli vagliati, a fronte del 46% del 2015, per evolversi, in alcuni casi, in toni sarcastici e liquidatori nei confronti di migranti e rifugiati.
Nei telegiornali la visibilità del fenomeno migratorio si è attestata invece su 2.954 notizie in 10 mesi con un calo del 26% rispetto al 2015 e in 1 servizio su 2 il dibattito sull’immigrazione è animato da politici.
Una certa “normalizzazione” del fenomeno ha determinato anche un “abbassamento dei toni”. Secondo il rapporto di Carta di Roma l’hate speech, il discorso d’odio, non riguarda in modo diretto il sistema dei media tradizionali, mentre esso dilaga nei social network, ma trova alimento e sostegno, nella cattiva informazione. E se in genere i media tradizionali mantengono l’informazione “dentro ai confini di tolleranza”, è sui social network che compaiono insulti e attacchi verbali e che “si assiste a una sguaiata deumanizzazione del linguaggio”.
Esaminando il contenuto dei servizi, il tema più ricorrente è quello dell’accoglienza dei profughi e dei migranti, nel 34% dei casi. Seguono i racconti dei viaggi della speranza (24%), le questioni sociali e culturali (21%), ma anche il terrorismo (9%) e la criminalità (8%). Inoltre, in metà dei titoli è presente un riferimento esplicito a leader e rappresentanti politici italiani oppure europei. E il comune denominatore di titoli e articoli è «l’inclusione sociale», come modello e come ideale da raggiungere. Mentre il quotidiano Il Giornale “sceglie di declinare questa dimensione caricandola di significati allarmistici e, in particolare, di stabilire una connessione tra l’immigrazione e il rischio per le società occidentali di essere colonizzate e messe all’angolo”. Sui grandi quotidiani, fra i temi assenti, oltre al racconto dei percorsi di inserimento sociale e culturale, c’è quello, pur importante, dei corridoi umanitari.
Nel rapporto, poi, vengono analizzate anche fatti di cronaca che hanno riscontrato una forte visibilità sui media, come l’omicidio di Emmanuel Chidi Nnamdi, il migrante nigeriano picchiato a morte da un italiano a Fermo. Secondo il presidente dell’associazione Carta di Roma, Giovanni Maria Bellu, «una corretta informazione può servire come antidoto all’odio».
Sono soltanto alcuni degli spunti di analisi contenuti nel rapporto disponibile on line sul sito di Carta di Roma.
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