Un importante incremento delle notizie sul tema dell’immigrazione: è quanto evidenzia l’associazione Carta di Roma nel suo terzo rapporto, “Notizie di confine”, presentato ieri, martedì 15 dicembre, presso la Camera dei Deputati. Secondo l’associazione, nei quotidiani si registra un aumento – che va dal 70% al 180%- delle notizie relative alla cosiddetta ‘questione migratoria’ presenti in modo costante nel corso di tutto l’anno, 1644 le prime pagine dedicate. Lo stesso fenomeno interessa i telegiornali nazionali, in particolare quelli in prima serata: qui il rapporto rileva la cifra record di 3.437 notizie legate alla tematica. Il numero più alto negli ultimi 11 anni.
Il punto non è la quantità ma la qualità e la correttezza delle notizie fornite.
“Non dovremmo porci il problema di restituire il principio della verità dei fatti al sistema dell’informazione?”: questa la domanda posta dal Presidente dell’associazione Giovanni Maria Bellu che ha aperto l’incontro. C’è uno sforzo collettivo che va in direzione di una maggiore correttezza degli operatori, ha proseguito Bellu, ma crescono anche le violazioni del codice deontologico di Carta di Roma. E allora “se ci sono violazioni sistematiche dovremmo chiederci se chi si chiama fuori dalle regole può continuare a far parte dell’ordine dei giornalisti”.
L’immigrazione, lo abbiamo ripetuto molte volte, è un argomento utilizzato strumentalmente dal discorso politico e dagli imprenditori della paura. E Ilvo Diamanti, che ha curato l’analisi effettuata quest’anno dall’Osservatorio di Pavia, nel ricordarlo ha anche evidenziato che l’opinione pubblica non esiste ed equivale a ciò che noi riteniamo pensi l’opinione pubblica. Per questo l’informazione svolge un ruolo centrale perché contribuisce a orientare l’opinione pubblica, a costruire o decostruire stereotipi, luoghi comuni, stigmi radicati.
Il rapporto di quest’anno, diviso in quattro sezioni, si concentra sull’analisi della carta stampata (Corriere della Sera, Il Giornale, L’Avvenire, l’Unità, la Repubblica, la Stampa), dei tg nazionali in prima serata (Rai, Mediaset, La7), delle buone e cattive pratiche messe in campo dal sistema mediatico, e dei cosiddetti dangerous speech e hate speech.
Di fronte all’evidente aumento dell’interesse mediatico per il tema dell’immigrazione, emerge con forza sempre maggiore la necessità di riflettere sulle modalità in cui questo tema viene affrontato dai mass media. In particolare, l’analisi si è soffermata sul lessico utilizzato dai giornali, che riflette i principali argomenti affrontati dagli stessi nei dieci mesi considerati (da gennaio a ottobre 2015). Una mappa grafica presente nel dossier consente l’individuazione dei termini che sono prevalsi nella narrazione giornalistica, anche in base al profilo e alla posizione delle diverse testate.
Rispetto ai temi emersi con maggiore frequenza, è l’accoglienza l’argomento attorno al quale ruota la maggior parte della comunicazione: il 55% dei titoli contiene un riferimento alla gestione dell’accoglienza dei nuovi arrivati, e lo stesso si riscontra nei telegiornali. Le questioni legate a criminalità e sicurezza occupano ancora gran parte dell’informazione, insieme al fenomeno degli sbarchi. Entrambi questi temi si legano al tono allarmistico utilizzato dai mass media la cui prevalenza è stata riscontrata, per quanto riguarda la carta stampata, nel 47% dei titoli analizzati.
Carta di Roma ha notato un cambiamento di registro in concomitanza di eventi particolari: è il caso del ritrovamento del corpo senza vita di Aylan e della diffusione della sua fotografia, oppure in occasione delle stragi di migranti avvenute nei mesi di luglio. Sulla indignazione emotiva provocata da questi eventi, si è andata instaurando quella che l’associazione ha definito nel dossier “un’inversione di tendenza”.
Un cambiamento che però risulta ancora troppo legato a avvenimenti specifici piuttosto che a una maggiore riflessione e attenzione dei media sul fenomeno migratorio.
Un dettaglio significativo segna l’approccio dell’informazione a questo fenomeno: il mondo della politica è presente nel 31% dei servizi ad esso dedicati, mentre solo il 7% sono attraversati dalle voci dei migranti.
Tra i principali limiti registrati dai ricercatori nelle modalità con cui il mondo dell’informazione si confronta con le migrazioni: l’approccio emergenziale e allarmistico, il sensazionalismo, la rappresentazione unilaterale della vox populi che punta l’attenzione sulle difficoltà generate da chi viene da altrove sulla società italiana.
Interessanti le considerazioni svolte dal direttore del Tg2 Marcello Masi a proposito dell’importanza di un corretto uso delle immagini: “il pubblico vuole capire, dunque le immagini vanno curate perché un’immagine sbagliata è un treno che ti investe”. Un buon servizio ha bisogno di tempo e di andare sul campo. Oggi è possibile fare un giornale anche stando a casa, ma questo ci allontana dalla realtà dei fatti: per capire cosa è successo “bisogna andare a vedere”.
E, aggiungiamo noi, parlare con tutti gli attori in campo, in primo luogo con chi le migrazioni le vive sulla propria pelle.
Il dossier “Notizie di confine” è scaricabile cliccando qui