Più attenzione da parte delle Tv rispetto alla carta stampata: nei primi dieci mesi del 2018 l’immigrazione compare meno spesso sulle prime pagine dei quotidiani rispetto agli anni scorsi, resta invece ancora molto presente nei telegiornali.
E’ quanto emerge dal sesto rapporto di Carta di Roma, “Notizie di chiusura”, presentato ieri alla Camera. 834 le notizie di prima pagina presenti sui cinque quotidiani monitorati (Avvenire, Il Giornale, La Stampa, La Repubblica, Il Corriere della Sera) rispetto alle 1.006 dell’anno precedente; 4.058 le notizie proposte nei telegiornali di prima serata Rai, Mediaset e La7 rispetto alle 4268 del 2017.
Guardando ai temi delle notizie che si occupano di immigrazione, sia sui giornali che in tv, diminuisce l’attenzione dedicata all’accoglienza mentre aumenta quella per i flussi migratori; le notizie che associano sicurezza e criminalità diminuiscono lievemente sulla carta stampata, mentre continuano ad essere molto presenti nei telegiornali. E quando questi ultimi si occupano di immigrazione, nel 43% dei casi lo fanno con riferimento esplicito a una dichiarazione o un’azione politica.
In tv la presenza di immigrati, rifugiati e richiedenti asilo aumenta rispetto agli anni precedenti (hanno voce nel 16% dei servizi dedicati all’immigrazione), ma sono chiamati a parlare soprattutto quando si raccontano aggressioni e violenze razziste o situazioni di sfruttamento lavorativo. “Li ascoltiamo di più non per capire chi sono e da dove vengono, ma perché vengono aggrediti”, scrive Valerio Cataldi, Presidente dell’Associazione Carta di Roma, nella sua introduzione al rapporto.
Nel complesso i dati del 2018 messi a confronto con quelli degli anni precedenti, mettono a nudo la persistenza di una chiave di lettura che tende a guardare le migrazioni come a un’emergenza permanente. E, secondo l’Osservatorio di Pavia, che ha curato l’analisi dei dati, il filo conduttore della narrazione che attraversa l’informazione negli anni 2013-2018 è quello della crisi che assume prima i contorni di una crisi umanitaria (2013), poi di una crisi inarrestabile (2014), quindi di una crisi politica (2015), sistemica (2016), di rigetto (2017) e valoriale (2018).
La sovrapposizione tra informazione sulle migrazioni e agenda politica è dunque la cifra del 2018.
Secondo Ilvo Diamanti “I migranti sono al centro di uno scontro politico”, scontro che “non è più tra destra e sinistra, ma piuttosto tra centro e periferia, non solo geografica ma anche sociale ed economica”.
Questa polarizzazione trova nello scambio continuo tra televisione e rete una costante. “Sulla rete – scrive Diamanti nel rapporto – si riflette e amplifica un clima di ordinario rancore perché la comunicazione è immediata, tutti possono comunicare i loro sentimenti e risentimenti in modo continuo”. Ma proprio per questo, ha spiegato nel corso della presentazione di ieri, non è detto che la tendenza osservata negli ultimi anni sia destinata a riprodursi immutata. Nell’epoca della comunicazione immediata, i temi e le parole del dibattito pubblico cambiano in fretta. E, d’altra parte, “Vendere la paura non è sempre vantaggioso. Oggi forse renderebbe di più politicamente l’impopulismo”, per distinguersi dalle molteplici forme di populismo già esistenti sul mercato della politica.
Se dunque, come ricorda Cataldi, «Pacchia, crociera, clandestino, la paghetta dei 35 euro, invasione, sono le parole con cui la politica fa la sua propaganda, ma che rimbalzano su tutti i giornali e su tutti i telegiornali, senza contraddittorio», non è detto che in un futuro non troppo lontano non possano essere sostituite da lemmi di significato opposto.
Certo è che sia il mondo dell’informazione che quello della politica potrebbero favorire un cambiamento importante dell’orientamento dell’opinione pubblica cessando, ad esempio, di ospitare tra le proprie fila gli “spaventatori” di professione e gli “imprenditori politici della paura”.
Il rapporto “Notizie di chiusura”, è disponibile sul sito di Carta di Roma