E’ il sottotitolo scelto da Caritas-Migrantes per la presentazione odierna del ventiduesimo Dossier Statistico Immigrazione svolta oggi a Roma alla presenza del Ministro della cooperazione e integrazione Andrea Riccardi.
Una presentazione che, rispetto agli anni scorsi, ha posto al centro le persone più che i numeri che le rappresentano. 5 milioni e 43 mila gli immigrati regolarmente residenti in Italia secondo la Caritas, un dato molto diverso da quello registrato dalle anticipazioni dei risultati dell’ultimo censimento della popolazione realizzato dall’Istat. Ma a Franco Pittau, coordinatore pluriennale di questo lavoro ideato dal lungimirante Monsignor Di Liegro nel 1991, non interessa evidenziare le differenze, probabilmente dovute in gran parte alla reticenza di una parte dei cittadini stranieri a compilare il questionario del censimento.
L’importante è far capire che le migrazioni sono una proiezione nazionale del fenomeno della globalizzazione, che sono ormai stabili e che occorre prenderne atto anche promuovendo politiche di inserimento sociale adeguate.
Solo apparentemente il dato del 2013 riconduce a una situazione di stabilità (solo 43.000 le presenze stimate in più rispetto alla stima del Dossier 2012): sono infatti più di 263.000 i migranti che l’anno scorso hanno perso il diritto al soggiorno tornando o al lavoro in nero o nel paese di origine e 231mila i visti di ingresso rilasciati per un inserimento stabile. La crisi economica, ha sottolineato Pittau, colpisce anche il lavoro straniero. Nel 2011 è cresciuto il numero di disoccupati stranieri (310mila) ed è diminuito il tasso di occupazione scendendo al 62,3%. E, certamente, una più pronta approvazione della norma che ha prolungato a 12 mesi l’autorizzazione a restare in Italia fino a 12 mesi in caso di perdita di lavoro avrebbe consentito a un maggior numero di persone di conservare il diritto al soggiorno.
Ciononostante, il numero di persone straniere che arriva in Italia continua a superare quello di coloro che decidono di lasciare il nostro paese. Sono 2,5 milioni i migranti inseriti nel mondo del lavoro e rappresentano il 10% dell’occupazione nazionale; i settori di impiego prevalenti sono quelli noti: la collaborazione domestica e familiare (le donne straniere costituiscono l’85% delle persone impiegate in questo settore), l’edilizia, l’agricoltura, i servizi ma anche quello marittimo, 40mila i marinai stranieri.
Il dossier non manca di ricordare le persone che hanno lasciato il loro paese ma in Italia non sono mai arrivate: circa 1700 nel solo 2011, in gran parte inghiottite dal Mediterraneo durante i viaggi partiti dalla Tunisia e dalla Libia nel corso dei mutamenti politici verificatisi nella prima parte dell’anno in quei paesi. Un capitolo del dossier affronta proprio il tema del sistema di accoglienza, della sua frammentarietà e del grande dispendio di risorse che ha caratterizzato la gestione della cosiddetta Emergenza Nord-Africa a seguito della quale sono giunti nel nostro paese circa 60.000 migranti provenienti dalla Tunisia e dalla Libia.
La presentazione del Dossier è stata anche l’occasione per ricordare le occasioni perdute nel 2011: prima fra tutte quella di una riforma della legge sulla cittadinanza, evocata in particolare dal Ministro Andrea Riccardi, il quale però ha voluto evidenziare anche, tra le novità positive, il cambiamento del dibattito pubblico sulle migrazioni. Secondo il Ministro con l’attuale Governo la “politica del disprezzo” nei confronti degli immigrati si è interrotta ed è auspicabile che si arrivi presto a una riforma del Testo Unico 286/98.
Per maggiori informazioni: www.dossierimmigrazione.it