Anche l’Asgi esprime profonda preoccupazione e sconcerto per l’accordo-processo verbale stipulato tra il governo italiano e il governo libico a Tripoli il 3 aprile 2012, finalizzato alla collaborazione tra i due stati per il contrasto delle migrazioni irregolari. Qui di seguito pubblichiamo il comunicato dell’Asgi insieme al documento di approfondimento.
ASGI : l’accordo Italia-Libia del 3 aprile 2012 viola la Costituzione e mette in pericolo i diritti umani fondamentali
Il Governo italiano non deve stipulare accordi di contrasto all’immigrazione irregolare, ma supportare la Libia nella definizione di un sistema giuridico conforme agli standard internazionali in materia di protezione internazionale e dei diritti relativi ai lavoratori stranieri e alle loro famiglie.
E’ questo quanto chiede l’ASGI al Governo, richiamandolo al rispetto, oltre che della Costituzione italiana, anche della sentenza emessa dalla Grande Camera della Corte di Strasburgo (Sentenza Hirsi ed altri c. Italia, 23 febbraio 2012) , affinché si possa avviare una svolta nelle politiche di gestione dei flussi migratori nel Mediterraneo.
E’ inaccettabile che non vi sia stata ad oggi nemmeno una comunicazione in Parlamento e non sia stato reso noto alcun documento in merito all’accordo – processo verbale stipulato tra il governo italiano e il governo libico a Tripoli il 3 aprile 2012, finalizzato alla collaborazione tra i due stati per il contrasto delle migrazioni irregolari.
Ogni accordo o intesa, anche di polizia, devono essere sottoposti a preventiva legge di autorizzazione approvata dal Parlamento ai sensi dell’art.80 della Costituzione e sono subordinati all’effettivo rispetto dei diritti fondamentali delle persone straniere intercettate.
E’ chiaro che in Libia sono quotidiane le violazioni di tali principi, tristemente descritte dai vari rapporti delle organizzazioni internazionali, che testimoniano di “centri di accoglienza” dei migranti gestiti da milizie, mancata tutela dei diritti dei richiedenti asilo, fino al recente arresto dei collaboratori della Corte penale internazionale.
Il parametro delrispetto dei Diritti Umani non può derivare solo dalle rassicurazioni diplomaticheespresse dal governo libico, bensì dalla messa in atto di un nuovo ed effettivo sistema giuridico – che ASGI sintetizza per punti – conforme agli standard internazionali in materia di protezione internazionale e dei diritti relativi ai lavoratori stranieri e alle loro famiglie.
Fino ad allora non sussistono le condizioni in base alle quali l’Italia possa sostenere finanziariamente e tecnicamente la Libia nel “controllo dei flussi di immigrazione irregolare”, verso l’Europa e l’Italia.
Per approfondimenti il documento dell’ASGI