Un folto numero di organizzazioni internazionali lancia un accorato appello. Non c’è altro tempo da perdere, dicono. Ed hanno ragione. Stiamo assistendo, tra l’attonito e l’inerme, alla costruzione di un nuovo muro, questa volta tra Stati Uniti e Messico, annunciato da Trump ieri con proclami che non sono affatto pacifici (“Una nazione senza frontiere non è una nazione. Riprenderemo il controllo dei nostri confini. In America torna la legalità“, ha dichiarato ndr).
Nel frattempo, la Commissione Ue presenta “le possibili azioni a breve e medio termine per affrontare i flussi verso e dall’Africa settentrionale” ipotizzando nuovi muri in mare (sperimentando di fatto una sorta di nuova frontiera sui generis) e siglando accordi con governi non democratici ed alleanze che non tengono affatto conto del rispetto dei diritti umani. Un comunicato firmato da Centro Astalli, Caritas e Migrantes critica i vergognosi accordi con la Libia . Lo stesso fa un comunicato del Comitato 3 ottobre, che abbiamo pubblicato qui.
Le organizzazioni internazionali che hanno sottoscritto l’appello rilanciano per l’ennesima volta l’urgenza di istituire canali umanitari sicuri e legali per i rifugiati: “L’assenza di canali umanitari sicuri per i rifugiati attraverso i quali giungere in Europa ha portato ad una esplosione del traffico di esseri umani, esponendo rifugiati e migranti a gravi abusi e sfruttamento. Ciò è dimostrato dal crescente numero di morti e dispersi in mare a causa delle migrazioni. Secondo le ultime statistiche dell’UNHCR e dell’OIM, più di 5.000 persone sono morte o risultano disperse nel Mediterraneo soltanto nel 2016, confermandosi così come la più sanguinaria delle rotte migratorie marittime di tutto il mondo nel 2016”.
Eppure, si rammaricano le associazioni, gli stati UE avrebbero a loro disposizione tutta una serie di strumenti per creare percorsi sicuri e legali ai fini della protezione internazionale. “Mentre il mondo intero sta assistendo alla più grande crisi di fughe forzate che si sia mai vista dalla seconda guerra mondiale in poi, l’UE non dovrebbe delegare ma piuttosto condividere la gran parte delle responsabilità circa la protezione internazionale con quei paesi che ospitano la stragrande maggioranza dei rifugiati”, concludono e auspicano.
Un appello che non possiamo non condividere, vista l’imminente catastrofe che sta per abbattersi sul diritto di asilo alla luce anche di quanto proposto dalla Commissione UE. Si veda qui il testo della Comunicazione preparata dalla Commissione e dall’Alto Rappresentante della Politica Estera dell’Unione Mogherini.