Il Comitato 3 Ottobre lancia un appello per chiedere, ancora una volta, che l’Europa protegga le persone e si preoccupi meno dei confini. Non è una voce isolata quella del Comitato, che oggi si unisce ai tanti altri appelli che stanno giungendo da altre associazioni e organizzazioni.
Nel giorno in cui dagli Stati Uniti il Presidente Trump annuncia la costruzione del muro con il Messico e la stretta sui rifugiati siriani, l’Europa scopre le sue carte e annuncia la volontà di istituire un blocco navale per fermare i barconi in partenza dalla Libia.
La chiamano “line of protection”, dicono serva a fermare i trafficanti e ad evitare i naufragi, ma in realtà servirà solo a fermare le migliaia di persone, bambini, donne e uomini che cercano di sfuggire a guerre, dittature, fame.
Non è la prima volta che si cerca di costruire un “muro” sul mare, dunque, come in un film già visto, sappiamo che il solo risultato della line of protection sarà di rendere alle persone in fuga più difficile e più costoso sottrarsi a morte certa nel loro paese di origine e all’inferno delle carceri libiche. La sola vera conseguenza sarà l’arricchimento ulteriore dei trafficanti.
Abbiamo già visto anche sulla rotta dei Balcani che costruire muri non impedisce alle persone in fuga di passare, lo rende solo più pericoloso: sono una decina i morti di freddo sui confini d’Europa dall’inizio dell’anno.
Ancora una volta si agita lo spauracchio del milione di persone in attesa di partire sulle coste libiche, un ritornello che si ripete ormai da anni che non trova mai riscontro, ma che serve a creare un clima di paura sufficiente a consentire l’abbassamento dei diritti civili, dei diritti umani senza troppa resistenza.
Noi siamo pronti a resistere a questo imbarbarimento. Ci chiediamo che fine faranno le migliaia di persone in cerca di un luogo sicuro dove portare i loro bambini e le loro vite. Ci chiediamo perché le parole “corridoi umanitari” o “vie legali di accesso” siano sempre escluse dal vocabolario dei documenti europei sull’immigrazione, quando sappiamo che in Italia, come nel resto d’Europa è il lavoro degli immigrati, le loro tasse, che pagheranno le nostre pensioni. ci chiediamo perché la sola soluzione proposta è la copia di tentativi autoritari cui la storia ha già decretato il fallimento come la costruzione di nuovi Cie.
Siamo pronti a resistere e a batterci al fianco di tutte le organizzazioni di volontariato impegnate in operazioni di ricerca e soccorso in mare, anche adesso, in questo momento. Le sole determinate a salvare delle vite umane per dare un po’ di dignità al nostro continente. Le sole impegnate davvero a proteggere le persone e non i confini e di cui i leader europei vorrebbero disfarsi, accusandole di incentivare le partenze o di collaborazione con i trafficanti. Parole disgustose che rigettiamo con forza.
Siamo pronti a batterci contro questa deriva autoritaria che farà solo il gioco dei trafficanti e porterà solo maggiore sofferenza agli esseri umani in fuga.
Per info e contatti: comitato3ottobre@gmail.com
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