E’ di 94 morti il bilancio dell’ennesimo naufragio nel Mar Mediterraneo. Novantaquattro, per ora.
151 le persone tratte in salvo. Dei restanti 255 ancora non si sa nulla.
Numeri da guerra per quello che è un dramma costante.
A circa mezzo miglio dall’isola dei Conigli, a sud di Lampedusa, una barca con a bordo circa 500 persone, la maggior parte eritree e somale, ha preso fuoco ed è naufragata.
Stando alle parole della Sindaca di Lampedusa Giusi Nicolini, l’imbarcazione stava già naufragando quando i migranti avrebbero appiccato il fuoco per essere visti dai pescherecci di passaggio e dare l’allarme. La notizia è confermata dal vicepremier Angelino Alfano, che si sta recando sull’isola, come la Presidente della Camera Laura Boldrini.
Quello che la sindaca aggiunge, però, è che probabilmente tre pescherecci avrebbero visto l’imbarcazione, senza fermarsi. “Siamo partiti due giorni fa dal porto libico di Misurata. Su quel barcone eravamo in 500. Non riuscivamo nemmeno a muoverci. Durante la traversata tre pescherecci ci hanno visto ma non ci hanno soccorso”, confermano alcuni superstiti.
Perchè? “Perchè il nostro paese ha processato pescatori e armatori che hanno salvato vite umane, per il reato di favoreggiamento all’immigrazione clandestina”, afferma la Sindaca, che chiede al governo di “cancellare subito questo reato e cambiare queste norme”.
“Appena possibile il Governo riferirà in Parlamento sulla tragedia di Lampedusa” si legge in un tweet di Palazzo Chigi. Appena possibile? Anche i lavori per cambiare le leggi e istituire un cordone umanitario verranno iniziati “appena possibile”?
Nel frattempo, a Lampedusa i cadaveri recuperati in mare vengono trasportati in un hangar dell’aeroporto: non c’è più spazio nella camera mortuaria.