Ieri repubblica.it ha pubblicato un articolo, nella sezione di Napoli, che lancia un allarme inquietante circa l’inizio di una presunta “caccia all’immigrato” nel centro storico partenopeo. Il quotidiano narra della vicenda di Duminda, cittadino srilankese di 39 anni, il quale viene aggredito e picchiato con calci, pugni e una spranga da un gruppo di giovani, forse cittadini sudamericani (“pestato da una gang di peruviani perché non aveva soldi e telefonino da consegnare”). Particolare ancor più inquietante è che Duminda racconta che “tutto è avvenuto all’interno di un locale, di cui però non ricorda il nome e che si trova a ridosso di via Toledo, uno scantinato che diventa discoteca per gli immigrati durante i weekend”. E nessuno interviene in suo aiuto. Duminda ora rischia di perdere l’uso del braccio.
Pare, però, che Duminda sia già stato vittima di numerose altre aggressioni, di cui l’ultima soltanto una settimana prima. Questa volta, però, gli aggressori erano italiani.
Ma c’è di più. Pare che nelle ultime settimane ci siano state almeno altre quattro aggressioni nel centro storico napoletano, sempre ai danni di cittadini stranieri (“extracomunitari”, come chiamati ripetute volte nell’articolo, e “immigrati” più “politically correct” usato solo nel titolo!), di cui però non si sa nulla o quasi sugli aggressori.
E pare (il beneficio del dubbio è d’obbligo, vista la mancanza di altre fonti sulla base delle quali verificare i fatti) che le vittime “privilegiate” di questa “prassi criminale” siano proprio i cittadini srilankesi. E l’articolo passa in rassegna questi “raid” misti a rapine. Il pezzo si chiude con la testimonianza di Ajith Aluth, uno dei rappresentanti della comunità srilankese locale, anche lui vittima di un’aggressione tempo fa, il quale però dichiara che “gli episodi si ripetono dal venerdì alla domenica e le aggressioni vengono soprattutto da napoletani”. Sta di fatto, che, i cittadini srilankesi ora hanno paura di uscire di casa per il perpetrarsi di queste aggressioni, e noi non abbiamo ben capito chi sono effettivamente i perpetratori di queste violenze.