“Nel Comune di Napoli, dall’analisi della spesa per l’approntamento e la dotazione infrastrutturale di campi destinati all’ospitalità della popolazione rom partenopea, si evince che tra il 2005 e il 2011 sono stati stanziati complessivamente quasi 18 milioni di euro (17.988.270). Tuttavia soltanto una quota di questi fondi è stata impegnata. [..] Uno stanziamento consistente che proviene dal Fondo Strutturale di Sviluppo Regionale (FESR), pari a 7.015.996 euro, destinato alla realizzazione di un villaggio attrezzato nel quartiere di Scampia, rimane tuttora inutilizzato”. Lo scrivevamo l’anno scorso nel dossier Segregare costa (qui la sintesi), realizzato con le associazioni Berenice, Compare e OsservAzione. E proprio su questi 7 milioni di euro si concentra l’inchiesta condotta dalla Procura di Napoli con l’obiettivo di capire che fine abbiano fatto questi fondi, “che la regione Campania potrebbe girare agli enti locali, tra cui il Comune di Napoli, e che potrebbero servire a dare inizio a un progetto di integrazione”, come sottolinea il quotidiano Il Mattino che riferisce a proposito del fascicolo aperto dalla Procura.
Sicuramente, i fondi non sono stati stanziati per la realizzazione di programmi di inserimento sociale: per averne una conferma basta osservare la situazione in via Cupa Perillo, nel quartiere di Scampia, disumana, come scrive lo stesso quotidiano partenopeo, specificando che “centinaia di persone vivono senza servizi igienici”. Lo descrivevamo l’anno scorso nel dossier, sottolineando che “nell’area si estende un insediamento non autorizzato di più di cento famiglie, privo di servizi e con condizioni igienico-sanitarie molto carenti”. “Un’emergenza che oggi solleva rabbia alla luce di un tesoretto mai utilizzato”, afferma Il Mattino. E su cui ieri mattina è stata chiamata a dare delucidazioni in Procura Roberta Gaeta, assessore comunale con delega alle politiche sociali. “Abbiamo un progetto per la realizzazione di attrezzature di accoglienza, da mesi siamo in contatto con Procura, Prefettura e Anci per portare avanti un piano di integrazione su più livelli. Il nostro obiettivo è quello di superare la logica dei campi rom, di intervenire con una molteplicità di approcci per favorire un’integrazione compiuta”: queste le parole di Gaeta, riportate da Il Mattino.
Certo, la situazione reale in cui vivono centinaia di persone non sembra corrispondere alle intenzioni espresse dall’assessore. Viene quindi naturale chiedersi perché non siano stati utilizzati i fondi, preposti proprio allo scopo che sembra proporsi l’amministrazione (almeno stando alle parole di Gaeta). “All’inizio si pensava che non si riusciva a recuperarli, poi in questi mesi abbiamo attivato una interlocuzione con la Regione, mentre i nostri tecnici sono al lavoro per realizzare una gara d’appalto e un progetto cantierabile prima del dicembre 2015”, prosegue Gaeta. Un progetto che, non si può fare a meno di sottolineare, viene pensato in extremis: questo ciclo di finanziamenti europei si è infatti concluso nel 2013, ma è comunque possibile continuare a effettuare spese nei due anni successivi (per approfondimenti si rimanda a Segregare costa). E se ad oggi non sono stati usati per la popolazione rom, come sono stati gestiti o investiti? Oppure, sono rimasti semplicemente inutilizzati? Anche su questo dovrà far luce la Procura.
La notizia dell’inchiesta arriva a pochi giorni dal distacco degli allacciamenti abusivi di luce e acqua, effettuato dalle forze dell’ordine senza alcun preavviso proprio ai danni delle 700 persone (tra cui 200 bambini) stanziate da anni in Via Cupa Perillo. Un’azione contro cui si è stato organizzato un corteo promosso dal Comitato per i rom insieme ad altre associazioni presenti sul territorio, e sostenuto dal consigliere municipale Ivo Poggiani. “Il degrado è in realtà da ricondurre all’assenza di politiche adeguate”, affermano i membri dell’associazione Chi rom e chi no. Alla manifestazione era presente anche il senatore di Sel Peppe De Cristofaro, il quale sulla vicenda ha presentato un’interrogazione: “Si tratta dell’ennesimo atto che segue al clima anti rom che da qualche tempo si sta alimentando in Campania e in Italia – spiega De Cristofaro – Il ministro degli interni intervenga per garantire i diritti umani fondamentali nonché per verificare che tutte le risorse stanziate a favore delle comunità rom siano effettivamente utilizzate per le finalità preposte”.