Dura condanna da Medici Senza Frontiere circa il comportamento assunto dal Marocco, e in particolare dal Dipartimento per l’immigrazione del Ministero dell’interno, rispetto ai cittadini subsahariani che viaggiano verso l’Europa.
Secondo Msf, le autorità marocchine starebbero ricoprendo il “ruolo di gendarme dell’Europa”, adottando una logica esclusivamente securitaria “in contraddizione con il rispetto dei diritti dell’uomo”.
Per protestare contro questa situazione, l’organizzazione umanitaria ha deciso di lasciare il paese nordafricano, denunciando la situazione nel rapporto “Violences, vulnérabilité et migration: bloqués aux portes de l’Europe”.
In Marocco si nota una “recrudescenza delle retate della polizia, e un aumento delle espulsioni verso l’Algeria di molte persone, tra cui diversi soggetti altamente vulnerabili come donne incinte, feriti e minori”, sottolinea il dossier.
Secondo l’organizzazione, i migranti sarebbero vittime di gravi violenze perpetrate dalla polizia: “Dall’aprile scorso l’associazione ha curato diversi cittadini subsahariani che riportavano fratture agli arti, alle mascelle, commozioni cerebrali. Sono ferite coerenti con le testimonianze dei migranti, risultato delle aggressioni portate avanti dalle forze dell’ordine”, afferma David Cantero, coordinatore generale di Msf in Marocco.
La situazione denunciata da Msf è di generale violenza e totale precarietà delle condizioni di vita dei cittadini subsahariani, privati di assistenza e vittime di sfruttamento e abusi, tanto da parte di associazioni criminali quanto, appunto, delle istituzioni.
Il rapporto è scaricabile in inglese e francese.
Msf ha inoltre creato un sito web, in cui poter avere, in maniera rapida e diretta, un quadro della situazione dei cittadini subsahariani presenti in Marocco. Il sito è in francese, spagnolo e presto in inglese.