Questa mattina, di buon ora, ci siamo svegliati con la notizia del nuovo attacco sferzato della Procura di Catania, che ha predisposto il sequestro preventivo della nave Aquarius (gestita dalle ong Medici senza Frontiere e da SOS Mediterranée e attualmente ormeggiata nel porto di Marsiglia) per un’inchiesta sulla gestione di rifiuti pericolosi a rischio infettivo, scaricati, secondo l’accusa, in maniera indifferenziata in 11 porti italiani. I rifiuti illeciti sarebbero secondo la Procura “gli indumenti contaminati indossati” dai migranti, gli scarti alimentari e i rifiuti sanitari infettivi utilizzati a bordo per l’assistenza medica. La procura di Catania non è nuova a iniziative di questo tipo: in passato aveva cercato di dimostrare il presunto legame tra ong e trafficanti di esseri umani (circa le indagini avviate dal procuratore Carmelo Zuccaro ne abbiamo parlato nel nostro ultimo Libro bianco sul razzismo in Italia, ma anche in numerosi articoli sul sito), ed ha anche richiesto l’archiviazione delle accuse contro il ministro dell’Interno per la vicenda della nave militare Diciotti risalente allo scorso agosto. E mentre proprio il ministro dell’Interno esulta sui social, rilanciando nuovamente il discusso hashtag #portichiusi, Lunaria e la redazione di Cronache di ordinario razzismo non possono fare a meno di esprimere la piena solidarietà a Medici senza Frontiere e a tutto lo staff a bordo della nave Aquarius. Siamo dinnanzi ad una ennesima smisurata criminalizzazione della solidarietà. Qui di seguito il testo del comunicato stampa di MSF.
Medici Senza Frontiere (MSF) condanna con forza la decisione delle autorità giudiziarie italiane di sequestrare la nave Aquarius per presunte irregolarità nello smaltimento dei rifiuti di bordo. Una misura sproporzionata e strumentale, tesa a criminalizzare per l’ennesima volta l’azione medico-umanitaria in mare.
“Dopo due anni di indagini giudiziarie, ostacoli burocratici, infamanti e mai confermate accuse di collusione con i trafficanti di uomini, ora veniamo accusati di far parte di un’organizzazione criminale finalizzata al traffico di rifiuti. È l’estremo, inquietante tentativo di fermare a qualunque costo la nostra attività di ricerca e soccorso in mare”, dichiara Karline Kleijer, responsabile delle emergenze per MSF.
Il provvedimento di sequestro della Aquarius, che comprende anche alcuni nostri conti bancari, deriva da una lunga indagine della Procura di Catania sullo smaltimento dei rifiuti di bordo, con particolare riferimento ai vestiti dei migranti soccorsi, agli scarti alimentari e ai rifiuti delle nostre attività mediche. Ma tutte le nostre operazioni in porto, compresa la gestione dei rifiuti, hanno sempre seguito procedure standard. Le autorità competenti non hanno contestato queste procedure né individuato alcun rischio per la salute pubblica da quando MSF ha avviato le attività in mare nel 2015.
MSF, che ribadisce piena disponibilità a collaborare con le autorità italiane, contesta la ricostruzione della Procura e respinge categoricamente l’accusa di aver organizzato qualunque attività abusiva finalizzata al traffico illecito di rifiuti. Dopo la valutazione del decreto di sequestro e un’analisi interna, che dimostra come le accuse siano inaccurate e fuorvianti, MSF presenterà ricorso al Tribunale del riesame.
“Siamo pronti a chiarire i fatti e a rispondere delle procedure che abbiamo seguito, ma riaffermiamo con forza la legittimità e la legalità della nostra azione umanitaria” dichiara Gabriele Eminente, direttore generale di MSF in Italia. “L’unico crimine che vediamo oggi nel Mediterraneo è lo smantellamento totale del sistema di ricerca e soccorso, con persone che continuano a partire senza più navi umanitarie a salvare le loro vite, mentre chi sopravvive al mare viene riportato all’incubo della detenzione in Libia, senza alcuna considerazione del diritto internazionale marittimo e dei rifugiati.”
Due anni di campagne diffamatorie contro le attività di ricerca e soccorso, infondate accuse di collusione con attività criminali e la chiusura dei porti alle navi di soccorso hanno di fatto bloccato l’azione umanitaria in mare e scoraggiato tutti i tipi di nave dal soccorrere i barconi in difficoltà. Il risultato sono oltre 2.000 morti nel Mediterraneo solo quest’anno e un nuovo picco di sofferenze, mentre la guardia costiera libica sostenuta dall’Italia e dall’Europa intercetta sempre più persone in mare e le riporta alle terribili condizioni della detenzione arbitraria in Libia, in piena violazione delle leggi internazionali.
Con cinque navi umanitarie attive in tre anni di operazioni in mare, MSF ha soccorso oltre 80.000 persone in coordinamento con le autorità marittime e nel rispetto delle leggi nazionali e internazionali. La nave Aquarius, l’unica rimasta con a bordo un team medico di MSF, oggi è bloccata nel porto di Marsiglia dopo due revoche della bandiera in due mesi, per concertate pressioni politiche.
L’Ufficio stampa di Medici Senza Frontiere