Pubblichiamo qui di seguito il comunicato stampa dell’Arci sull’interpellanza che il presidente dell’Arci e deputato al Parlamento, Paolo Beni, ha presentato sull’accoglienza e tutela dei minori stranieri non accompagnati che arrivano in Italia. Per il governo ha risposto la viceministra Cecilia Guerra.
All’interpellanza presentata dal presidente dell’Arci e deputato Paolo Beni sulle misure che il governo intende adottare per la tutela dei minori stranieri non accompagnati, la viceministra Guerra risponde che i problemi sollevati sono reali ma mancano le risorse per farvi fronte.
Sulle carenze del nostro paese nell’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, è stata presentata dal presidente dell’Arci e deputato al Parlamento Paolo Beni un’interpellanza che, facendo in particolare riferimento alla situazione di Siracusa e della Sicilia orientale, dove negli ultimi mesi si sono registrati sbarchi più numerosi che negli anni passati, chiede al governo quali misure intenda adottare per far fronte al fenomeno crescente dell’arrivo in Italia di minori stranieri non accompagnati, garantire la loro accoglienza in strutture idonee dotate di personale specializzato, fornire agli enti locali le risorse necessarie a questo scopo, riservare un’adeguata quota per i minori non accompagnati nell’ambito del sistema per richiedenti asilo e rifugiati, dare ai luoghi di accoglienza una chiara definizione giuridica, definendone gli standard di gestione e consentendo l’accesso alle organizzazioni indipendenti di tutela.
L’interpellanza fa seguito alle denunce delle associazioni che si occupano dei diritti dei migranti, tra cui l’Arci, che in questi mesi hanno più volte ribadito come, di fronte a un afflusso tutto sommato contenuto e del tutto prevedibile di persone provenienti dai luoghi di conflitto come la Siria, l’Italia si sia fatta trovare ancora una volta impreparata. L’assenza di strutture adeguate, l’approssimazione con cui sono stati affrontati questi eventi ha prodotto innanzitutto moltissime ingiustizie e gravi strappi del diritto e dei diritti umani. E’ particolarmente grave che a fare le spese di questa situazione siano anche i minori stranieri non accompagnati, fino all’inizio di agosto ammassati, insieme agli adulti, al’Umberto I, una struttura inadatta a fungere da centro di prima accoglienza, gestito da un’impresa di pulizie e dunque priva anche del personale specializzato necessario a fornire assistenza e informazioni.
Dall’8 agosto è stato allestito un centro di prima accoglienza in zona Priolo, che può ospitare in tutto 120 persone, un numero assolutamente inadeguato alle effettive necessità. Anche qui mancano mediatori culturali e operatori qualificati a lavorare con minori.
Intanto i comuni della provincia sono al collasso, non potendo contare né su risorse adeguate né su un coordinamento degli interventi a nessun livello.
La risposta della viceministra Guerra, se da un lato ha confermato la consapevolezza della problematiche poste, dall’altra è stata una dichiarazione di impotenza. Ad oggi, nonostante la volontà manifestata dalla Guerra di andare verso una governance multilivello, che coinvolga istituzioni centrali e locali, gli interventi mancano di una regia complessiva e anche per questo risultano inefficaci e insufficienti. Inoltre la viceministra ha sottolineato come l’ostacolo principale a un netto cambio di rotta nelle politiche di accoglienza, risieda nella mancanza di risorse, frutto anche dei tagli succedutisi negli anni.
Il problema della mancanza di risorse su un tema così delicato, che mette in gioco il rispetto dei diritti umani e la dignità di adulti e minori stranieri, non può però essere considerata una giustificazione accettabile, anche alla luce degli obblighi internazionali. Trovare o non trovare le risorse necessarie è un problema squisitamente politico, legato alle scelte del governo. Questo vale anche in una situazione di crisi, in cui si può decidere di mettere al primo posto la tutela dei più deboli o di perpetuare la difesa di altri interessi. Purtroppo, le decisioni assunte sin qui dal governo, vanno in questa seconda direzione.