Sono ancora nel Cie di Ponte Galeria i due minori di origine bengalese che si sono rifiutati di effettuare un’ennesima visita medica, e che per questo la Polizia Locale di Roma Capitale il 13 maggio ha prelevato dal centro per minori che li aveva in carico.
I ragazzi erano già stati trattenuti nel Cie il 28 marzo scorso: una visita medica effettuata presso l’ospedale militare del Celio aveva certificato la loro maggiore età. Il 30 dello stesso mese, però, un’ulteriore visita confermava la minore età dei ragazzi, che venivano così rilasciati e riportati al centro per minori (ne abbiamo parlato qui).
Ora, a distanza di quasi due mesi, si ripresenta per i giovani la stessa, preoccupante dinamica. Che coinvolge tutti i centri per minori del Comune di Roma, e gli utenti degli stessi: i giovani di origine straniera, in particolare provenienti dal Bangladesh. “Il Comune di Roma, dopo una pausa di alcune settimane, ha ricominciato ad ordinare l’allontanamento dalle case famiglia di interi gruppi di minori di origine bengalese”, spiega l’Asgi in un comunicato. Una misura che, a differenza di un mese fa, “si poggia su un decreto del Giudice tutelare di Roma, che espressamente si rivolge ai minori di origine bengalese e stabilisce che dovranno considerarsi maggiorenni tutti i ragazzi che si rifiutano di sottoporsi a una seconda visita di accertamento dell’età”.
Non importa che questi ragazzi siano già stati sottoposti a una visita medica effettuata da una struttura pubblica per accertarne la minore età, pratica obbligatoria per accedere a un centro per minori.
Così come non ha importanza il fatto che i minori abbiano un passaporto rilasciato dall’ambasciata bengalese in Italia, che ne attesta la minore età.
“In altri termini – denuncia l’Asgi – secondo il giudice tutelare di Roma il fatto di non volersi sottoporre a una seconda visita è da considerarsi prova assoluta della maggiore età, più importante di pregressi accertamenti o perfino di documenti internazionalmente riconosciuti provenienti da un paese estero”.
Un decreto che Asgi considera “illegittimo”, perchè contrario ai “principi fondanti l’ordinamento giuridico italiano e internazionale” – la presunzione della minore età innanzi a un ragionevole dubbio e l’ineliminabile riconoscimento della validità dei passaporti rilasciati dalle autorità consolari in Italia.
Proprio sulla base di questi principi, Asgi torna a chiedere al Comune di Roma “di interrompere immediatamente questo attacco nei confronti dei minori di origine bengalese, e si rivolge anche al Giudice tutelare di Roma affinché abbandoni questo non condivisibile approccio indiscriminato per fare ritorno a una corretta applicazione dei principi giuridici”. Inoltre, Asgi “chiede al Tribunale per i Minorenni di intervenire dopo l’avvio di procedure speciali di accertamento dell’età nei confronti dei minori stranieri ospiti nelle strutture del Comune di Roma”.
L’associazione Yo Migro ha raccolto la testimonianza telefonica dei ragazzi detenuti nel Cie e insieme a Laboratorio 53 Onlus, Infomigrante e Zeroviolenzadonne organizza una manifestazione per domani, martedì 21 maggio, alle ore 15, sotto al Parlamento,in piazza Montecitorio, Roma. Clicca qui per il comunicato.