E’ stato arrestato a Roma, per traffico di sostanze stupefacenti. Stando a quanto afferma, qualcuno gli avrebbe suggerito di dichiararsi maggiorenne. Per questo, un cittadino tunisino di 17 anni, da un mese si trova nel carcere di Rebibbia, insieme agli adulti. O meglio: per non farlo stare in compagnia degli adulti, è stato messo in cella da solo.
Una situazione che sta recando al minore profondo disagio. “Rifiuta di mangiare e ha anche tentato di tagliarsi le vene dei polsi”, spiega il suo avvocato.
Al ragazzo sono state fatte due radiografie del polso, per certificare la minore età: la prima la conferma, la seconda no. Ma il 26 aprile scorso è arrivato il certificato di nascita ufficiale del Consolato tunisino, che attesta l’età reale del giovane: 17 anni.
Nonostante ciò, il ragazzo, che è stato condannato a otto mesi di reclusione, resta a Rebibbia.
Il garante dei detenuti del Lazio ha chiesto all’autorità giudiziaria di accelerare le pratiche per favorire il trasferimento dell’adolescente nella più idonea struttura per minori di Casal del Marmo. “Il carcere – ha affermato il garante – è un ambiente difficile da vivere per gli adulti, figurarsi per un adolescente straniero che si trova in Italia senza famiglia e senza nessun altro punto di riferimento. Protrarre ancora a lungo la sua detenzione fra gli adulti potrebbe avere conseguenze devastanti”.
Se già non ci sono state.
“Sono solo, nemmeno mia madre sa che sono qui – ha spiegato al suo avvocato – Parlo con il muro, delle volte in italiano, poi in francese e anche in arabo.. ma parlo con il muro”.