E’ in attesa di risposta da parte del Ministro dell’Interno l’interrogazione parlamentare presentata lo scorso lunedì alla Camera in merito alle disposizioni contenute nel telegramma – divenuto pubblico per errore – trasmesso dalla direzione centrale dell’immigrazione della polizia e delle frontiere lo scorso 26 gennaio alle questure di Roma, Brindisi, Caltanissetta e Torino. Come noto, il telegramma disponeva che venissero liberati 95 posti “mediante eventuali dimissioni anticipate” all’interno dei CIE attualmente operativi da destinare a “sedicenti cittadini nigeriani rintracciati in posizione irregolare sul territorio nazionale e per il loro successivo rimpatrio”.
I sei deputati firmatari dell’interrogazione – Andrea Maestri e Beatrice Brignone (Gruppo Misto), Giuseppe Civati e Luca Pastorino (Partito Democratico), Antonio Matarrelli e Serena Pellegrino (Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia e Libertà) – sollevano dubbi sulla legittimità e legalità dell’operazione. Sarebbe difficile immaginare una reazione diversa: come riconoscono infatti i parlamentari, si tratta di una “frenetica e cinica caccia alla persona nigeriana” con l’unico scopo di “dimostrare che l’accordo con la Nigeria è utile e funziona”.
Sia in merito alla finalità che alle modalità di svolgimento dell’operazione, l’interrogazione denuncia la violazione di “norme interne e internazionali”, da ascrivere alla “responsabilità, non solo politica ma anche giuridica (civile se non addirittura penale) del Ministero, e a quella personale del funzionario che l’ha sottoscritta“. Più nello specifico verrebbero violati “il diritto alla protezione internazionale e il principio di non refoulement” sanciti dalla Convenzione di Ginevra, oltre al divieto di “espulsioni collettive” e di “rimpatriare cittadini stranieri verso Paesi in cui sia messa in pericolo la loro incolumità”, previsti dal testo unico sull’immigrazione.
In conclusione l’interrogazione chiede di “interrompere immediatamente l’operazione suddetta“.
Sulla stessa linea, l’organizzazione Amnesty international ha inoltrato la scorsa settimana una richiesta di chiarimenti al Ministero dell’Interno: “Chiediamo che il Ministro Minniti riconsideri con urgenza le direttive impartite con questo telegramma e assicuri che qualunque attività tesa al ritorno di migranti in posizione irregolare sia fatta nel rispetto degli obblighi di diritto internazionale per evitare discriminazioni, espulsioni collettive, e soprattutto di riconsegnare persone bisognose di protezione a situazione di grave rischio per la loro sicurezza”.
Se non si avranno disposizioni contrarie le “audizioni Nigeria” avranno luogo fino al 18 febbraio 2017, e si riterranno concluse con successo – come indicato nel telegramma – al raggiungimento dei 95 rimpatri di cittadini nigeriani.
Già il 27 gennaio, avverte Amnesty, 36 persone sono state rimpatriate.