Saluti romani, croci celtiche, svastiche e bandiere del Terzo Reich: il 29 aprile, a pochissimi giorni dalla Festa della Liberazione, piazzale Susa a Milano rischia di diventare, ancora una volta, teatro di una manifestazione nazifascista. L’occasione è la commemorazione della morte di Sergio Ramelli, giovane iscritto al Fronte della Gioventù ucciso da alcuni militanti di Avanguardia Operaia. Un momento che si ripete da anni, ma che va oltre la cerimonia, e diventa una “bieca strumentalizzazione, attraverso la parata nazi-fascista che da anni deturpa la nostra città”: lo scrive su Facebook il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, augurandosi “che le autorità competenti facciano tutto quanto possibile per evitare questa grave offesa alla Milano medaglia d’oro della Resistenza”.
La presa di posizione di Pisapia arriva dopo il divieto imposto dalla questura a una contro manifestazione antifascista: “Nonostante avessimo consegnato per primi la richiesta, con ampio preavviso, la Questura considera la nostra manifestazione un pericolo per la sicurezza e l’ordine pubblico”, dichiarano i membri di Memoria Antifascista, chiedendo “al Sindaco di Milano, all’ANPI, al Presidente del Consiglio di Zona 3, a tutte le Istituzioni e ai parlamentari di prendere una posizione netta contro la parata nazifascista prevista per il 29 Aprile”.
Proprio in riferimento alla manifestazione, lo scorso 17 marzo il segretario della Camera del Lavoro Graziano Gorla, insieme al presidente provinciale dell’Anpi Roberto Cenati e al presidente del consiglio di Zona 3 Renato Sacristani, presentava un esposto al prefetto e al questore chiedendo di “non concedere spazi pubblici a chi si rifà all’ideologia fascista”, e quindi di impedire la parata nazifascista del 29 Aprile “pur garantendo il diritto alla commemorazione dei caduti”. Stessa richiesta nelle mozioni presentate – e approvate – dai nove consigli di zona.
La risposta del questore Luigi Savina ha abbracciato però una posizione totalmente opposta: secondo Savina la manifestazione antifascista “potrebbe richiamare l’interesse di esponenti dei locali circuiti antagonisti, con conseguenti gravissime ripercussioni sotto il profilo dell’ordine e della sicurezza pubblica” in quanto “lo svolgimento dell’iniziativa promossa dall’associazione ‘Memoria antifascista’ potrebbe determinare contrapposizioni fra gruppi di diverso orientamento politico”.
Perchè tra i due gruppi il prefetto ha scelto di dare la piazza a quello che, andando ben oltre una commemorazione, fa sfoggio di simboli e slogan anticostituzionali, imputabili al reato di apologia del fascismo secondo la legge n. 645/1952 (Legge Scelba), per cui due anni fa la Corte di Cassazione condannò un cinquantenne toscano (ne abbiamo parlato qui).
Sembrerebbe un controsenso: in nome dell’ordine pubblico, si concede la piazza a una manifestazione chiaramente nazifascista, almeno stando ai simboli, ai gesti, ai cori usati (qui un video della scorsa manifestazione).
E’ esattamente quello che sta succedendo a Milano.