Destino ha voluto che la campagna Sbilanciamoci! si trovasse quest’anno a presentare la sua Controfinanziaria alla Camera nello stesso giorno in cui l’aula ha votato la fiducia sul pessimo e disumano Dl. n. 113/2018. Stessa sede, due mondi sempre più lontani, separati da una visione completamente diversa di ciò che servirebbe all’Italia per far vivere tutte e tutti in condizioni più umane, dignitose e sostenibili.
Da una parte (quella istituzionale), l’elezione a principio di governo del “primato degli italiani”; l’ingannevole contrapposizione tra diritti dei nazionali “doc” e quelli (negati) dei cittadini di origine straniera, sia che siano appena arrivati, sia che siano nati o cresciuti qui sin dalla più tenera età; la riproposizione di scelte politiche che premiano i più forti: le imprese rispetto ai lavoratori, i proprietari di case rispetto a chi una casa non ce l’ha, gli uomini rispetto alle donne e, appunto, i cittadini nazionali rispetto agli stranieri.
Dall’altra parte, quella delle 48 associazioni aderenti a Sbilanciamoci!, la centralità della lotta contro ogni forma di diseguaglianza e di discriminazione e la consapevolezza che nessuna regola di equilibrio di bilancio dovrebbe essere usata per erodere, consumare, sino a negarli del tutto, i diritti fondamentali delle persone.
Le 101 proposte di Sbilanciamoci! (disponibili sul sito www.sbilanciamoci.info e sulla piattaforma dedicata al rapporto: http://controfinanziaria.sbilanciamoci.org/) non propongono solo soluzioni specifiche e puntuali, alternative a quelle contenute nella legge di bilancio; disegnano nel loro insieme politiche economiche, finanziarie, sociali, ambientali e di pace diverse da quelle attuali, grazie alle quali alla fine, sotto e nonostante la fitta coltre di propaganda, a perdere sono sempre i più deboli, tutti, non solo stranieri.
Tagli sull’accoglienza, non sugli sprechi
Le politiche su immigrazione e asilo esemplificano perfettamente il modello di cittadinanza escludente che a cerchi concentrici restringe i diritti di tutti noi per trasformarli in privilegi.
Il D.L. di Bilancio vi dedica l’art. art. 57 c.2, che prevede di “razionalizzare” la spesa per l’attivazione, locazione e gestione dei centri trattenimento e di accoglienza tagliando gli stanziamenti previsti di 400 milioni di euro nel 2019, 550 milioni di euro nel 2020 e 650 milioni di euro a decorrere dal 2021. “Ma più che tagliare gli sprechi, – evidenzia Sbilanciamoci!- cancella diritti, con l’unico fine di accogliere meno e male e mostrare il pugno di ferro di fronte a un’opinione pubblica incattivita, senza garantire maggiore trasparenza dell’utilizzo delle risorse pubbliche.”
La lettura dell’allegato 8 al Dl di Bilancio, “Stato di previsione del Ministero dell’Interno”, consente di analizzare in dettaglio i diversi capitoli di spesa pertinenti.
Il taglio sopra indicato è tutto concentrato sul Cap. 2351 “Spese per l’attivazione di centri di accoglienza per immigrati”: nel complesso gli stanziamenti originariamente previsti (1,943 miliardi) sono ridotti a 1,543 miliardi per il 2019, a 1,168 miliardi per il 2020 e a 1,068 miliardi per il 2021. Più precisamente, i tagli interessano l’azione 2 del capitolo: “Spese per l’attivazione, la locazione, la gestione dei centri di trattenimento e di accoglienza per stranieri irregolari. Spese per interventi a carattere assistenziale, anche al di fuori dei centri. Spese per studi e progetti finalizzati all’ottimizzazione ed omogeneizzazione delle spese di gestione.”, finanziata con 1,3 miliardi per il 2019, 1,150 miliardi nel 2020 e 1,050 miliardi nel 2021.
La novità di quest’anno è la visibilità all’interno di questo capitolo di spesa (Cap. 2351.10) delle “Spese per la gestione dei centri di permanenza per i rimpatri”, per le quali sono stanziati 18 milioni e 220mila euro per tutti e tre gli anni 2019-2021, cui si aggiungono i 4,2 milioni del Cap. 7351.4, per investimenti per la realizzazione e l’ampliamento delle strutture dei CPR. Un guizzo di trasparenza che non modifica la sostanza: proseguendo le improvvide scelte dei governi precedenti, si nega l’evidenza del fallimento dei centri di detenzione, rifinanziandone la gestione.
Resta invece sostanzialmente invariato (-3,4 milioni sul 2019 rispetto a quanto previsto) lo stanziamento previsto per il Fondo nazionale per le politiche e i servizi sull’asilo ed interventi connessi (Cap.2352) che finanzia il Sistema Nazionale di Accoglienza per Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR), gestito dai Comuni: è pari a 389,8 per il 2019 e a 389,2 milioni di euro per il 2020 e per il 2021.
Che i tagli si concentrino sul sistema di accoglienza governativo non deve sorprendere più di tanto: la riduzione forzata della domanda di accoglienza (porti chiusi, procedura accelerata della domanda di asilo e cancellazione della protezione per motivi umanitari) avrà infatti innanzitutto un impatto su questo (dove ancora sono ospitate circa 150mila persone) prima che sullo Sprar, sistema deputato a quella che viene definita “seconda accoglienza” (che ad oggi può ospitare sino a circa 35.881 persone).
Al Fondo per l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati (Cap. 2353) vanno 149,9 milioni nel 2019 e 170 milioni nel 2020 e nel 2021. Non è invece destinato un euro al Cap. 2362 istituito due anni fa per sostenere i Comuni che accolgono richiedenti protezione internazionale. Per la collaborazione e assistenza ai paesi terzi in materia di immigrazione e asilo sono stanziati 8,9 milioni sul Cap. 2371 del Ministero dell’Interno, che si affiancano ai 50 milioni stanziati per il 2019 sul Fondo Africa gestito dal Ministero per gli Affari Esteri. Un Fondo che stravolge completamente il ruolo della cooperazione internazionale, gestito in modo poco trasparente e in gran parte utilizzato per fermare i flussi migratori.
“Rimpatri e business” era lo slogan enunciato nel Contratto di Governo. Sui rimpatri il DL di Bilancio non si esprime (i rimpatri è più facile annunciarli che effettuarli). Sul Business sembra fare il contrario di quanto annunciato: da una parte è rilegittimato il ricorso alla procedura negoziata senza previa pubblicazione di un bando di gara per l’appalto dei lavori di costruzione, ristrutturazione, ampliamento e attivazione dei Cpr. Dall’altra, torna l’opzione per le grandi strutture governative, proprio quelle che in questi anni si sono distinte per il cattivo utilizzo delle risorse pubbliche, per usare un eufemismo.
Le proposte di Sbilanciamoci!
Salvare vite umane, garantire il diritto di migrare, accogliere, includere, garantire i diritti umani fondamentali come quello all’asilo e facilitare l’acquisizione della cittadinanza italiana: questo l’obiettivo delle proposte di Sbilanciamoci!
Per accogliere bene i richiedenti asilo e i rifugiati occorre rafforzare il sistema di accoglienza gestito dai Comuni e diffuso sul territorio (400 milioni di euro), chiudere i centri governativi di grandi dimensioni e i centri di detenzione (CPR). Per fermare il rigurgito di razzismo e di xenofobia che ci rende tutti più insicuri, occorre varare un piano nazionale di attività di informazione, sensibilizzazione e formazione a sostegno delle vittime di discriminazione (100 milioni di euro). Riaprire canali di ingresso per i migranti cosiddetti economici, riformare il sistema di concessione dei visti presso consolati e ambasciate e la legge sulla cittadinanza sarebbe infine possibile a costo zero.
Sbilanciamoci! propone l’esatto contrario di ciò che accadrà dopo la conversione in legge del D.L. n.113/2018. A maggior ragione servirà mobilitare tutte le energie sociali possibili per proteggere le migliaia di persone che subiranno da subito i pesanti effetti della sua entrata in vigore.
Grazia Naletto