Se dovessimo dare retta al dibattito politico potremmo certamente dire che in Italia e negli Stati Uniti c’è un’emergenza immigrazione. Sappiamo che non è così. Il problema è che le forze di governo e le cariche pubbliche più importanti tendono a raccontarlo. Prendiamo gli Stati Uniti: il presidente Trump sta facendo separare i bambini dalle famiglie, questi vengono detenuti in luoghi totalmente inadatti, spesso senza il minimo necessario per avere un’esistenza dignitosa (non per un ragazzino, per un umano). La foto del padre morto annegao con sua figlia la abbiamo vista tutti ed è il frutto di un aumento dei controlli lungo il confine.
La verità è che l’emergenza non c’è. C’è piuttosto un aumento esponenziale degli arrivi dai piccoli e disastrati Paesi centroamericani (Honduras, El Salvador, Guatemala) e un crollo degli ingressi dal Messico. I dati diffusi periodicamente dal Pew Research Center parlano chiaro (cfr. i grafici qui sotto). Gli irregolari residenti sono oggi quasi due milioni in meno che non al massimo storico dieci fa. I messicani non sono più la maggioranza degli irregolari e, dato forse più importante, il 66% di queste persone vive negli Stati Uniti da almeno dieci anni, la permanenza media è 15 anni. Saranno anche irregolari ma sono pienamente integrati nell’economia e nella società americana. Se venissero regolarizzati pagherebbero tasse, creerebbero economie, si integrerebbero meglio. Con benefici per loro e per la società Usa, dove una componente non indifferente della popolazione di molti Stati (New Mexico, California, Texas, Nevada, Arizona) è ispanica e statunitense allo stesso tempo per ragioni storiche.
Come si vede nella figura qui sotto, in alcuni Stati la diminuzione degli immigrati irregolari è stata un crollo: – 775mila in California, -375mila a New York e così via. Gli aumenti sono risibili se si esclude il Massachussetts (+60mila).
Negli ultimi 5 anni gli arrivi da Honduras, Salvador e Guatemala hanno raggiunto per numero quelli messicani (e se avessimo il dato degli ultimi due anni probabilmente ci sarebbe il sorpasso). Come mai? Perché fuggono da Paesi devastati dalla violenza delle gang, in crisi economica e corrotti. In Salvador ci sarebbero circa 35mila membri di gang e a queste vanno aggiunti gli squadroni della morte che fanno loro la guerra con mezzi illegali e usando violenza brutale anche loro. In Honduras il numero di omicidi è leggermente calato negli ultimi anni, ma resta tra i più alti al mondo. Ovvero avrebbero diritto a essere protetti. Specie perché spesso si tratta di minori mandati via per sottrarli all’arruolamento delle gang o di donne.
Le minacce di Donald Trump di espellere centinaia di migliaia di persone servono a fare proaganda e, semmai, il presidente darà mandato di effettuare una serie di raid spettacolarizzati per mostrare quanto sia duro e fermo sull’immigrazione – ricorda un po’ la modalità Salvini contro le navi delle Ong: non governo del fenomeno ma casi clamorosi su cui speculare. Fare retorica e adottare politiche spregevoli sulla pelle di queste persone, negli Stati Uniti come in Europa, è puro calcolo elettorale. Né qui, né Oltreoceano è in atto un’invasione. Meno che mai un’invasione di criminali. Chi lo dice sta semplicemente raccontando bugie. Peccato che queste spesso funzionino.
(Martino Mazzonis)