Ha avuto successo l’invito della Campagna Io accolgo a sommergere di mail le caselle di posta dei ministri Di Maio e Lamorgese, con un’unica secca proposta: “cancellate il Memorandum con la Libia”. Un’iniziativa che si aggiunge alle prese di posizione di tante organizzazioni sociali, ong ed esponenti politici che in nome della salvaguardia dei diritti umani hanno chiesto di disdire quell’accordo. Ma il 2 febbraio, giorno del rinnovo automatico, è passato e per tre anni sarà ancora in vigore.
A poco valgono, di fronte a questo dato di fatto, le dichiarazioni di Di Maio e Lamorgese che promettono modifiche, ormai fuori tempo massimo. La realtà è che nell’incontro che ieri c’è stato tra il ministro degli Esteri italiano e quello dell’Interno del governo Serraj è stato quest’ultimo, e non Di Maio, ad avanzare pretese: conferma del pieno sostegno politico e tecnico al governo Serraj e alla sua azione di “contenimento dei flussi migratori” e quindi un impegno italiano per adattare nuove strutture di accoglienza in Libia, dove gli sfollati sono 300mila, mentre nei centri ancora funzionanti (5 sono stati chiusi perché danneggiati dai bombardamenti) sono ospitati più di 4mila migranti. Inoltre l’impegno a proseguire i programmi di addestramento delle forze di polizia locali e il supporto alla Guardia costiera con la fornitura di nuovi radar. Intanto l’Unhcr ha chiuso il centro di transito per rifugiati, considerando ormai la situazione nella Libia in guerra troppo pericolosa.
In questa sempre più drammatica situazione, La campagna io accolgo rinnova le sue richieste al governo italiano:
- l’immediata evacuazione di tutti i migranti trattenuti nei centri libici,
- l’apertura di corridoi umanitari europei,
- il ripristino di un’operazione vera di soccorso in mare,
- un’Italia e un’Europa impegnate nell’accoglienza,
- il rispetto dei diritti umani fondamentali, a cominciare dal diritto alla vita.
Come noi la pensano migliaia di cittadine e cittadini. Lo dimostra la partecipazione alle tante iniziative che con successo abbiamo lanciato, dalla raccolta firme per eliminare i decreti sicurezza e il memorandum, al mailbombing di qualche giorno fa.
Non c’è più tempo. Si deve agire adesso.
Roma, 4 febbraio 2020