Medici senza frontiere denuncia, con un comunicato stampa, una nuova azione di disturbo della Guardia costiera libica nel corso di un soccorso conteso. Dopo lunghe negoziazioni, MSF ha ottenuto di evacuare soltanto 39 casi medici e vulnerabili, tra cui un neonato, donne incinte, bambini con le loro famiglie, ma poi gli è stato categoricamente ordinato di allontanarsi e decine di persone sono state riportate in Libia con la forza. Le navi di salvataggio, come l’Aquarius, si ritrovano costrette a negoziare caso per caso, in alto mare, l’evacuazione di persone in difficoltà, malate, ferite, esauste, verso un luogo sicuro dove saranno curate e protette. Una situazione di grande confusione anche con il Centro di coordinamento di Roma, che ancora una volta ha spiegato ai volontari che la responsabilità dell’intervento è stata assunta dalla Libia, la cui giurisdizione non è riconosciuta neanche dall’Ue, con il drammatico risultato che le operazioni vengono ritardate e le vite umane sono in costante pericolo. Qui di seguito il comunicato stampa.
Ieri, sabato 30 marzo alle 10.32, il Centro di Coordinamento del Soccorso Marittimo (MRCC) di Roma ha allertato la nave Aquarius – gestita in collaborazione da Medici Senza Frontiere (MSF) e SOS Mediterranee – e la Guardia costiera libica, di un gommone in difficoltà con a bordo circa 120 persone, in acque internazionali a 23-24 miglia nautiche dalla costa libica.
Il gommone è stato identificato per primo da un aereo militare europeo. Sebbene la Aquarius sia arrivata sulla scena per prima, intorno alle 11.00, l’MRCC ha informato la nave che sarebbe stata la Guardia costiera libica a occuparsi del soccorso, per questo alla Aquarius è stato indicato di rimanere in stand-by e di non avviare nessuna operazione.
Mentre era in standby, la Aquarius ha visto la situazione peggiorare perché il gommone sovraffollato iniziava a imbarcare acqua. Alle 12.45, MSF e SOS Mediterranee sono riuscite a negoziare con l’MRCC, il comando della Guardia costiera libica e la nave della Guardia costiera libica che stava raggiungendo l’area, e hanno ottenuto di poter almeno stabilizzare la situazione distribuendo giubbotti di salvataggio a tutte le persone a bordo e valutare le loro condizioni mediche.
L’infermiera di MSF a bordo del motoscafo veloce (RHIB) che si è avvicinato al gommone ha individuato 39 casi medici e vulnerabili – tra cui un neonato, donne incinte, bambini e le loro famiglie – che sono stati evacuati sull’Aquarius.
Mentre siamo riusciti a negoziare l’evacuazione sulla Aquarius di 39 casi medici e vulnerabili, per la sicurezza delle 253 persone a bordo soccorse in 2 precedenti operazioni, e del team dell’Aquarius, non abbiamo potuto completare il soccorso.
Alle 13.52 la Guardia costiera libica ha ordinato alla Aquarius di allontanarsi dalla scena, con decine di persone ancora sul gommone. Alle 14.09 queste persone sono state prese dalla Guardia costiera libica e riportate in Libia.
MSF ribadisce ancora una volta che la Libia non è un luogo sicuro e per nessun motivo rifugiati e migranti dovrebbero esservi riportati.
MSF continua ad appellarsi ai Governi europei per dare priorità alla sicurezza di rifugiati e migranti invece di rafforzare attivamente politiche di deterrenza e contenimento in Libia.