Ospiti internazionali, mostre fotografiche, talk show, libri, cinema, teatro e musica: torna a Prato dal 3 al 6 maggio 2018 “Mediterraneo Downtown”, il primo festival italiano sul mediterraneo contemporaneo. Promosso da COSPE onlus, Comune di Prato e Regione Toscana in collaborazione con Libera, Amnesty International e Legambiente Italia, “Mediterraneo Downtown” nel 2018 si presenta con una nuova formula a partire dalla durata: quattro giorni invece di tre. Inoltre tutti gli eventi saranno concentrati nel centro storico della città e, tempo permettendo, con tanti incontri a cielo aperto.
Ma perché un Festival dedicato al Mediterraneo? Perché il Mediterraneo siamo noi e perché il Mediterraneo è quel centro nevralgico su cui riflettere, lavorare, raccontare, soprattutto in tempi come questi: “La nostra inerzia, la nostra rassegnazione, il nostro disinteresse, la nostra involontaria complicità – dice Raffaele Palumbo, direttore artistico del Festival – sta frapponendo una sorta di distanza di sicurezza tra noi e il resto dei popoli del Mediterraneo. Stiamo cercando di non condividere uno stesso destino. Il nostro isolamento timorato sta contribuendo a farci perdere la nostra dignità di esseri umani. Il nostro Festival è un piccolo contributo a generare un racconto comune e nuovo del continente liquido, come lo chiama Braudel. Guardare gli altri per guardarci allo specchio”. Dalle città mediterranee raccontate da narratori che le conoscono bene ai musei della città aperti a un euro. Dalle riflessioni sui cambiamenti climatici alla finanza etica. E ancora. Musica, spettacoli, spazio per i bambini. La manifestazione nel centro storico di Prato offre un programma ricchissimo. Cominciando con la musica. Un nome su tutti: Paolo Fresu. Il concerto jazz del trombettista delle meraviglie insieme a Omar Sosa e Trilok Gurtu è l’evento più atteso di tutto il festival (sabato 5 maggio ore 21.30, Teatro Politeama). Ma sarà anche una vera e propria festa dei musei. Chiunque si troverà a Prato in quei giorni potrà visitare a un euro il Museo del Tessuto, il Centro Pecci e il Museo di Palazzo Pretorio. Sarà invece piazza Santa Maria in Castello ad ospitare ogni giorno le storie su cinque città mediterranee: Instanbul, Odessa, Napoli, Il Cairo e Prato. Cinquanta minuti in cui i narratori raccontano le città che conoscono meglio o che amano di più con il loro sguardo. Tra loro: lo storico Franco Cardini, i giornalisti Antonio Armano, Raffaele Palumbo, Mahmoud Salem Elsheikh e l’imprenditore pratese Andrea Cavicchi. L’urgenza di affrontare i cambiamenti climatici. La portavoce Unhcr Carlotta Sami ne parlerà all’incontro di apertura (venerdì 4 maggio, ore 18, Teatro Metastasio). Altro evento: “Il denaro come mezzo e non come fine”. E’ organizzato da Finanza Etica e racconta le esperienze di finanza alternativa in giro per il Mediterraneo (sabato 5 maggio, ore 15.30, sala del consiglio comunale). In primo piano anche la libertà di stampa: si comincia giovedì 3 maggio giornata mondiale per la libertà di stampa, con un incontro organizzato in collaborazione con Fnsi e Usigrai, valido per i crediti giornalistici dal titolo “Quanto costa la libertà”? Ospiti giornalisti italiani a confronto per raccontare le sfide e i rischi che si corrono nei vari paesi per mantenere una stampa libera e indipendente Tanti i panel dedicati alle migrazioni: si comincia con “Accoglienza a confronto” in cui si raccontano e si analizzano diversi modelli di accoglienza in Italia e in Europa (venerdì 4, ore 11.00, sala del Consiglio comunale) e si continua con “Gli invisibili. Che fine fanno i bambini”, una riflessione sulla situazione e le prospettive dei minori stranieri non accompagnati che arrivano in Europa: dati, leggi ma anche storie. In collaborazione con la Fondazione Meyer, anche questo panel è valido per i crediti giornalistici. (venerdì ore 1430, Palazzo Pretorio). Ai minori migranti sono dedicati anche altri due momenti del festival: la mostra multimediale che si terrà dal 3 al 6 maggio a Palazzo Pretorio “Bambini, storie di viaggio e di speranza” e una lettura tratta dalle storie raccontate nella mostra e che sono state raccolte da Valerio Cataldi giornalista Rai e presidente dell’Associazione Carta di Roma. Si passa all’arte e al suo valore sociale con “Un mare di cultura”, esperienze di progetti culturali che uniscono le sponde e quindi ambiente e nuove economie, e le esperienze al femminile nei nuovi linguaggi giornalistici nel Mediterraneo. Sono quattro le mostre che accompagneranno il festival e che hanno un tratto comune: il cambiamento e il fluire delle cose e delle identità e infine ci saranno anche gli spettacoli.
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