Lo scorso 8 Ottobre si è svolto a Bologna l’incontro “Media e Migrazioni”, un evento realizzato nell’ambito del progetto europeo CIAK MigrACTION promosso dalla Onlus WeWorld. Nel corso dell’incontro sono stati presentati due nuovi report circa la percezione dei migranti da parte sia dei media che dell’opinione pubblica: “La percezione dei migranti nell’Italia del Coronavirus” realizzato da Ipsos e “Migranti e Lavoro nell’informazione italiana” realizzato dall’Osservatorio di Pavia.
Il fil rouge che lega le due ricerche è senz’altro il “sovradimensionamento del fenomeno migratorio” come precisato dal Presidente di WeWorld Marco Chiesara. La percezione del cosiddetto “problema migratorio”, più forte a livello nazionale che locale, trova una delle sue cause principali nelle modalità in cui vengono rappresentati e raccontati i migranti dai media, sia in Tv che sulla carta stampata. I migranti, come sottolinea sempre Chiesara, sono rappresentati in forma passiva, senza avere la possibilità di esprimersi, sono di volta in volta i politici o gli opinionisti a parlare per loro e tutto ciò non fa altro che rafforzare stereotipi preesistenti nei confronti delle persone che arrivano nel nostro paese. Se si vogliono sconfiggere i pregiudizi con l’obiettivo di costruire una società più inclusiva e solidale deve inevitabilmente cambiare la narrazione mediatica che riguarda il fenomeno migratorio.
I dati desunti dall’indagine condotta tra il 1° gennaio e il 30 giugno 2020 dall’Osservatorio di Pavia e che ha preso in considerazione i telegiornali prime time di 7 tv generaliste (le 3 reti Rai, le 3 reti Mediaset e La7) e 10 quotidiani di diverso orientamento culturale (da Avvenire a Libero Quotidiano dal Sole 24 ore a Il Giornale, per citarne alcuni), mettono in evidenza questa necessità. Le notizie diffuse in Tv circa i migranti sono il 3,7 % del totale e tra i temi meno affrontati figurano quelli legati all’inclusione. Le notizie positive dunque, quelle che raccontano storie di inclusione e di successo professionale, hanno poca rilevanza nell’agenda di informazione dei principali Tg e quotidiani che preferiscono concentrarsi sugli episodi di discriminazione e intolleranza verso gli stranieri (soprattutto dopo la vicenda di George Floyd negli Usa) e sulla questione degli sbarchi. Una maggiore copertura di notizie virtuose potrebbe contribuire ovviamente ad abbattere una serie di stereotipi e pregiudizi che dipingono costantemente il migrante, come sottolinea l’Osservatorio, come “vittima” o come un “problema”.
L’indagine realizzata da Ipsos, basata su oltre 1600 interviste effettuate tra il 1° e il 9 Settembre 2020 a individui maggiorenni residenti in diverse zone d’Italia, conferma di fatto quanto evidenziato dall’Osservatorio di Pavia. Il fenomeno migratorio è percepito con preoccupazione dall’opinione pubblica tanto da collocarsi al quarto posto tra i problemi che più affliggono gli italiani. Il migrante è un “problema” perché “porta malattie” secondo il 43% degli intervistati e “ha favorito l’aumento della diffusione del Corona Virus” dice invece il 37%. Questo almeno a livello nazionale, perché nel quotidiano, ovvero a livello locale il fenomeno migratorio sembra essere un problema meno percepito. Un dato positivo però: il 64% degli intervistati si è dichiarato favorevole al recente provvedimento di regolarizzazione.
Per maggiori informazioni e approfondimenti circa queste ricerche è possibile leggere il comunicato di WeWorld a questo link https://www.weworld.it/indagini-media-e-migrazioni/.
I risultati delle due indagini sono disponibili qui:
https://www.weworld.it/wp-content/uploads/2020/10/ReportOdP_MIGRANTI-E-LAVORO.pdf