Soltanto pochi giorni fa, eravamo a Matera per presentare il Terzo Libro bianco sul razzismo in Italia. E, durante la presentazione, abbiamo avuto il piacere e l’onore di ospitare l’intervento di alcuni migranti inseriti nel progetto S.P.R.A.R. (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) gestito dalla Cooperativa Sociale Il Sicomoro. La loro testimonianza è stato un momento carico di emozioni per noi tutti. Ma non sapevamo che, nello stesso momento, si stesse sviluppando una situazione incresciosa che stava coinvolgendo gli stessi ragazzi. Quegli stessi ragazzi che sono venuti a ringraziarci per aver parlato di razzismo nelle sue svariate forme.
Ma dobbiamo fare un passo indietro. I primi di ottobre, negli stessi giorni in cui Matera si apprestava a diventare Capitale Europea della Cultura per il 2019, la Cooperativa Il Sicomoro ha siglato un contratto di locazione con un privato cittadino per un appartamento in via Cicerone. I condomini, venuti a sapere della locazione, e semplicemente “immaginando” chi avrebbe potuto occupare l’appartamento (sapendo di quali attività si occupa la cooperativa) ha avviato un’assurda protesta sia nei confronti del proprietario che della cooperativa. Il contratto è stato comunque stipulato. Il condominio ha deciso allora di scrivere al Comune, alla cooperativa e al proprietario dell’appartamento, un “invito a desistere”, contestando la “destinazione d’uso” dell’appartamento (ma l’appartamento è ancora vuoto!). Nella lettera, i condomini invitano “a ricercare soluzioni conformi ai titoli autorizzativi e meno impattanti per le famiglie (!!) che vivono nello stabile prescelto, anche per non compromettere quanto concordato con il Ministero dell’Interno”. Cosa si cela dietro questo giro di parole ridondanti, se non un rifiuto a-priori dell’altro e una sconcertante scarsa voglia anche solo di “incrociare” per le scale del palazzo dei cittadini stranieri?
La cooperativa ha provato a resistere. Si è paventata addirittura una riunione condominiale che dia un “nulla-osta” per poter dar seguito al contratto. Nel frattempo, per non sentirsi soli, i condomini hanno attivato anche una raccolta di firme coinvolgendo il palazzo adiacente. Il tutto, sia ben chiaro, senza neanche sapere chi avrebbe abitato in quell’appartamento.
Di quanto successo veniamo a conoscenza soltanto oggi. Ma a fatti già conclusi. Ovvero, alla fine, la cooperativa Il Sicomoro si è vista costretta a rescindere il contratto già firmato e registrato, e il Comune di Matera ha dovuto “prendere atto dell’incompatibilità ambientale venutasi a creare”.
In una cittadina splendida e accogliente come Matera, che deve assurgere ad un ruolo così importante per il 2019, sembra assurdo che la popolazione locale abbia manifestamente atteggiamenti razzisti nei confronti dei migranti. E sembra ancor più assurda una totale assenza di una presa di posizione ferma da parte delle istituzioni cittadine, che avrebbero dovuto condannare questo atto e cercare di trovare una nuova soluzione che dia l’esempio a tutti. Se di accoglienza tout court si vuol parlare.