Raffiche di mitra e singoli spari, che colpiscono addirittura il peschereccio facendo volare in aria delle schegge di legno: a distanza di quattro mesi da quanto successo, le immagini di un video girato con un telefonino potrebbero mettere seriamente in crisi la Marina Militare, e con essa l’operazione Mare Nostrum.
E’ il 9 novembre scorso e la nave Aliseo è nelle acque del Canale di Sicilia, impegnata in Mare Nostrum – missione che l’ex ministro della difesa Mario Mauro definiva “militare-umanitaria”, avviata il 18 ottobre scorso dopo la strage del 3 ottobre, con l’obiettivo dichiarato dall’ex Presidente del Consiglio Letta di “mettere in condizione il Mediterraneo di essere un mare più sicuro”.
Al largo di Capo Passero, la nave intercetta un peschereccio senza bandiera con a bordo 16 persone, tutte egiziane. Secondo quanto riportato dalla Marina e dalla stampa, si tratterebbe di scafisti, tra cui ci sarebbero anche due minorenni. Sempre stando alle ricostruzioni, il peschereccio starebbe facendo da “nave madre” per una chiatta, con a bordo 176 persone, in prevalenza di origine siriana.
All’avvistamento segue un abbordaggio, con i presunti scafisti che vengono fatti salire a bordo dell’Aliseo e qui interrogate e identificate. Intanto il peschereccio, che “imbarcava vistosamente acqua, si è impennato, la poppa è andata rapidamente a fondo, si è inclinato sul suo lato sinistro, ed è affondato”. Lo afferma alla vigilia delle operazioni il comandante dell’Aliseo Massimiliano Siragusa. Un’operazione che, stando alle parole dell’Ansa, è stata seguita in ogni istante dall’allora ministro della Difesa Mario Mauro, che si è poi complimentato con la Marina.
Quello che non è emerso il novembre scorso, però, arriva ora in maniera dirompente attraverso le immagini girate da un telefonino proprio sul ponte della nave Aliseo, e i cui dettagli vengono diffusi da La Repubblica. Si vedrebbero gli spari di una mitragliatrice indirizzati verso il peschereccio, gli spruzzi di acqua tutto intorno, colpi singoli, addirittura delle schegge di legno che volano in aria, e tre marò intorno al fucile Mg da cui partono gli spari.
Il peschereccio tenta la fuga verso la Libia, ma viene raggiunto, complice anche il fatto che, come appunto dichiarava allora il capitano di fregata, la barca si andava inabissando per via dell’acqua incamerata. A causa dei colpi, che potrebbero aver causato dei fori nella struttura? Questo non lo sappiamo: nelle dichiarazioni del capitano non risulta alcun dettaglio, e nemmeno nel racconto (dal titolo “A caccia degli scafisti”) riportato da un partecipante all’operazione e pubblicato sul sito Polizia moderna.
Spetterà alla Procura militare di Napoli indagare, anche a fronte della totale assenza di un attacco pregresso da parte dei presunti scafisti, almeno stando alle dichiarazioni diffuse dalle autorità all’indomani dell’abbordaggio e alle immagini nel video.
Per provare a fare luce sulla vicenda, l’ex deputato e attuale tesoriere del partito Radicale Maurizio Turco e il segretario del partito Diritti dei militari Luca Comellini hanno convocato per domani una conferenza stampa a Montecitorio, durante la quale verrà mostrato il video.
Il giorno dopo l’avvio di Mare Nostrum, denunciavamo come l’operazione, strumentalmente avviata dopo la strage ma esclusivamente indirizzata a un incremento dei controlli, fosse molto poco umanitaria e decisamente militare.
Se quanto rivelato dal video dovesse essere confermato, ci troveremmo di fronte a un fatto estremamente grave, che confermerebbe quanto più volte abbiamo sottolineato e renderebbe evidente l’aspetto puramente militare dell’operazione, volta esclusivamente al controllo delle frontiere, anche per mezzo di strumenti non ortodossi, illegali e altamente rischiosi.