In brevissimo tempo, fra il pomeriggio e la serata di ieri, 18 luglio, due violente aggressioni razziste ai danni di alcuni cittadini stranieri. In entrambi i casi viene contestato l’”odio razziale” alla base del movente dell’aggressione, se pur mossa, secondo gli inquirenti, “da futili motivi”.
Una ad Aprilia (Latina), dove un uomo italiano di 39 anni è stato arrestato poiché, nel corso di una lite, ha picchiato e procurato lesioni ad un 37enne di origini bengalesi. Chi ha assistito alla scena, avrebbe riferito che l’uomo italiano sarebbe sbottato all’improvviso, senza un apparente motivo. L’uomo era davanti ad un bar di via Aldo Moro, quando ha visto il migrante di origini bengalesi passare in strada. Lo ha rincorso, gridandogli pesanti offese razziste e quando lo ha raggiunto gli ha sferrato una testata in faccia. Non soddisfatto, poi, ha iniziato anche a prenderlo a pugni e, quando la vittima è crollata a terra, anche a calci. L’uomo, arrestato dai Carabinieri, che intervenuti tempestivamente hanno evitato il peggio, è stato sottoposto ai domiciliari presso la propria abitazione, in attesa di essere giudicato per direttissima.
L’altra a Rivalta (Torino), nel centro commerciale di via Gozzano, dove il titolare e il dipendente di una pizzeria kebab sono stati insultati con frasi razziste e picchiati da un 33enne di Nichelino, dopo una discussione accesa perché “rei” di non avergli servito dell’acqua, perché stavano chiudendo il negozio. L’aggressore ha anche gravemente danneggiato la pizzeria. Ora, dovrà rispondere di lesioni aggravate, ingiurie “aggravate dall’odio a sfondo razziale”, danneggiamento, resistenza.
Due notizie molto simili. Pochi i dettagli. Diffusione pressoché locale ed affidata alla mera cronaca nera.
Notizie di questo tipo, che meriterebbero una riflessione molto più ampia, visto il clima che si respira sempre più teso (basti pensare al pestaggio di alcuni cittadini rom nella loro abitazione a Guidonia, vicino Roma, per il solo fatto di essere “rom” e quindi ritenuti “ladri”, ne abbiamo parlato qui), vengono invece lasciate al “trafiletto” di poco conto.
Come se un pestaggio in più o in meno non facesse la differenza. Quasi ne fossimo assuefatti.
Ci sarebbe davvero da chiedersi se i moventi alla base di queste aggressioni gratuite siano poi così “futili”, visto che poi viene contestata, in modo assolutamente evidente, l’aggravante dell’odio razzista.
Interroghiamoci.