Non possiamo non notare la differenza. E’ notizia di ieri di un’ennesima lite condominiale finita in tragedia (la cronaca di quanto successo la trovate qui). Dopo gli episodi nel napoletano (sempre per la cronaca dei fatti, cliccare qui e qui), che tanto rumore hanno fatto a livello nazionale nei media, un’altra lite nell’androne di una palazzina di via Padre Damiano De Veuster, alle porte di Roma. Con una persona morta. Un fatto di sangue gravissimo.
Ma al di là di una prima banale reazione a caldo, condividendo il fatto che oggigiorno è assurdo morire in questo modo, è l’analisi della stampa, ancora una volta, che ci turba.
Risalta immediatamente, in quest’occasione, con un percorso “à rebours”, la “non-etnicizzazione” della notizia. A differenza di quanto dicevamo qualche giorno fa, a proposito del bambino sbattuto in prima pagina come “piccolo talebano senegalese” (ne abbiamo parlato qui), in questo caso, essendo l’aggressore (e omicida) italiano e la vittima straniera, non si percepisce in alcun titolo la nazionalità della vittima. Esattamente al contrario di quanto accade quando il presunto aggressore o protagonista della vicenda è un cittadino straniero. Vediamo qualche esempio dei titoli del 19 maggio 2015: “Lite condominiale, uccide il vicino a coltellate”, La Repubblica; “Ponte di Nona: lite condominiale finisce nel sangue, 48enne ucciso con una coltellata”, romatoday.it; “Lite condominiale al Prenestino: 50enne uccide il vicino a coltellate”, tgcom24.mediaset.it; “Roma: uomo ferito a morte per una banale lite condominiale”, news.fidelityhouse.eu; “Roma, lite condominiale, ucciso da vicino”, ansa.it.
Ancor peggio: la vittima, nella maggior parte degli articoli, non ha un nome. Ma solo una “provenienza”. Anzi. L’attenzione è completamente dedicata alla “banale lite condominiale”. Poche righe di commento, un alterco dovuto a questioni di “vicinato”.
Completamente ignorato, invece, dalla stampa mainstream il passato dell’aggressore. Raimondo Grilletto, il sessantenne di origine palermitana, che ha avuto la freddezza di accoltellare al cuore il suo “vicino” di casa, Ionel Babereche di 48 anni, cittadino rumeno, ha dei trascorsi tutt’altro che tranquilli.
Riporta en passant romadailynews.it : “Il passato di Grilletto è emblematico, ha scontato una condanna per il delitto del bulgaro, nel 2001 mentre era su una spiaggia vicino Torvajanica aizzò un pitbull contro un venditore ambulante marocchino che voleva vendergli un paio d’occhiali da sole. Dopo l’episodio per Raimondo Grilletto si spalancarono di nuovo le porte del carcere per tentato omicidio con l’aggravante del razzismo. Infatti oltre ad aizzare il pitbull contro lo straniero lo aveva anche insultato gridando: «Sporco negro, torna nel tuo paese»”.
Quindi, ricapitolando: l’omicida, attualmente in libertà vigilata, il 14 marzo 2001, ha ucciso con un colpo di pistola a Torpignattara un cittadino bulgaro, Nucolay Alekandrov (http://archiviostorico.corriere.it/2001/marzo/14/Clandestino_bulgaro_ucciso_con_colpo_co_10_0103147551.shtml). Viene arrestato, e poco dopo scarcerato. E pochi mesi dopo, nell’agosto 2001, a Torvajanica, sempre lui, ha cacciato in malo modo, insultandolo per il colore della sua pelle, un cittadino marocchino, Amhed Md Bashir, che vendeva sulla spiaggia. Poi gli ha aizzato contro il suo pitbull, che l’ha morso alle gambe (http://archiviostorico.corriere.it/2001/agosto/14/Aizza_pitbull_contro_marocchino_co_10_010814802.shtml). Grilletto viene nuovamente arrestato. Uno strano “vizietto”. Ma saranno stati davvero i rumori molesti, un terreno da coltivare o il passaggio dei gatti (come sostiene la stampa) a spingere Grilletto ad accoltellare il suo vicino?
Lasciateci almeno il beneficio del dubbio.